Il Simposio di San Silvestro di Ágnes Heller , prezioso piccolo testo uscito nel 1981, si ripropone al pubblico italiano per la sua attualità. Innanzi tutto l’Autrice: donna, filosofa e attivista politica, allieva e collaboratrice di Gyorgy Lukács, è stata esponente della scuola di Budapest, corrente critica del marxismo e uno dei principali gruppi di opposizione al regime comunista, attivo in Ungheria fino dalla fine degli anni '60. Nel 1977 fu costretta a lasciare il suo paese, ha insegnato alcuni anni in Australia; è stata, in seguito, docente a New York alla New School for Social Research, ricoprendo la cattedra intitolata a Hannah Arendt, e quasi un filo sotterraneo unisce queste due pensatrici. In secondo luogo Il Simposio di San Silvestro si presenta quale dialogo –riscrittura- modellato sul Simposio platonico, offrendo notevoli e significative diversità rispetto all’illustre originale. La più intrigante: Diotima interviene direttamente al banchetto e partecipa in prima persona alla conversazione, pienamente riconosciuta dagli altri convitati nelle sue capacità intellettuali, designata quale “madrina di concetti”. Ella assume con naturalezza il ruolo di guida nella discussione e assolve pienamente -con caratteristiche femminili- il compito di personaggio centrale del confronto speculativo: paziente mediatrice, dotata di ironia, abile nel condurre i ragionamenti, ma senza dimenticare le ragioni del cuore. Una seconda innovazione è rappresentata da altre due figure femminili, Hermia e Helena, accanto a Diotima: Ágnes Heller ritiene importante raffigurare tre donne, amiche e affettuose tra loro, ma molto diverse di carattere, ironiche e sincere. Infine emerge il livello più propriamente helleriano di quest’opera, che tuttavia non è scisso dal primo, in quanto l'Autrice affrontando il tema dei sentimenti e la teoria dei bisogni, si sofferma sulla responsabilità di essi e delle azioni che ne scaturiscono e soprattutto dedica molte pagine alla loro funzione sociale , tutte tematiche che la riflessione dei nostri tempi continuamente propone. Ágnes Heller, pur immersa nel mondo greco, non dimentica gli urgenti problemi contemporanei e si impegna nel tentativo di sciogliere il nodo dei rapporti interpersonali per far emergere il nesso profondo esistente tra il tema della differenza e le dinamiche etiche ad esso sottese. Ne risulta –grazie a tale riscrittura- un cammino di riscoperta e insieme di re-invenzione di interrogativi teoretici e pratici significativi del pensiero con l’apporto innovativo di “una voce di donna”, ri-conosciuta ormai come Maestra la cui abbondante produzione ci ha accompagnato lungo tutto il Novecento con grande rilevanza. -
Brezzi, F. (a cura di). (2010). Il simposio di San Silvestro di Agnès Heller,introduzione di F.Brezzi :una voce differente.diotima presente al Simposio. MILANO : Mimesis.
Il simposio di San Silvestro di Agnès Heller,introduzione di F.Brezzi :una voce differente.diotima presente al Simposio
BREZZI, Francesca
2010-01-01
Abstract
Il Simposio di San Silvestro di Ágnes Heller , prezioso piccolo testo uscito nel 1981, si ripropone al pubblico italiano per la sua attualità. Innanzi tutto l’Autrice: donna, filosofa e attivista politica, allieva e collaboratrice di Gyorgy Lukács, è stata esponente della scuola di Budapest, corrente critica del marxismo e uno dei principali gruppi di opposizione al regime comunista, attivo in Ungheria fino dalla fine degli anni '60. Nel 1977 fu costretta a lasciare il suo paese, ha insegnato alcuni anni in Australia; è stata, in seguito, docente a New York alla New School for Social Research, ricoprendo la cattedra intitolata a Hannah Arendt, e quasi un filo sotterraneo unisce queste due pensatrici. In secondo luogo Il Simposio di San Silvestro si presenta quale dialogo –riscrittura- modellato sul Simposio platonico, offrendo notevoli e significative diversità rispetto all’illustre originale. La più intrigante: Diotima interviene direttamente al banchetto e partecipa in prima persona alla conversazione, pienamente riconosciuta dagli altri convitati nelle sue capacità intellettuali, designata quale “madrina di concetti”. Ella assume con naturalezza il ruolo di guida nella discussione e assolve pienamente -con caratteristiche femminili- il compito di personaggio centrale del confronto speculativo: paziente mediatrice, dotata di ironia, abile nel condurre i ragionamenti, ma senza dimenticare le ragioni del cuore. Una seconda innovazione è rappresentata da altre due figure femminili, Hermia e Helena, accanto a Diotima: Ágnes Heller ritiene importante raffigurare tre donne, amiche e affettuose tra loro, ma molto diverse di carattere, ironiche e sincere. Infine emerge il livello più propriamente helleriano di quest’opera, che tuttavia non è scisso dal primo, in quanto l'Autrice affrontando il tema dei sentimenti e la teoria dei bisogni, si sofferma sulla responsabilità di essi e delle azioni che ne scaturiscono e soprattutto dedica molte pagine alla loro funzione sociale , tutte tematiche che la riflessione dei nostri tempi continuamente propone. Ágnes Heller, pur immersa nel mondo greco, non dimentica gli urgenti problemi contemporanei e si impegna nel tentativo di sciogliere il nodo dei rapporti interpersonali per far emergere il nesso profondo esistente tra il tema della differenza e le dinamiche etiche ad esso sottese. Ne risulta –grazie a tale riscrittura- un cammino di riscoperta e insieme di re-invenzione di interrogativi teoretici e pratici significativi del pensiero con l’apporto innovativo di “una voce di donna”, ri-conosciuta ormai come Maestra la cui abbondante produzione ci ha accompagnato lungo tutto il Novecento con grande rilevanza. -I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.