Primo tema, la morfologia e la natura geologica del sito, che è caratterizzato da due costoni di tufo simili a quelli che, nel retroterra della baia di Napoli, creano improvvisi salti di quota e affacci verso il mare. I due costoni, dell’altezza di circa venticinque metri ciascuno, sono sfalsati e intervallati da un ampio e fertile pianoro e sono raccordati in alcuni punti da scarpate meno ripide. Alla base dal costone più basso e alla quota intermedia si aprono delle grotte, scavate in varie epoche per farne materiale da costruzione, e collegate a quel sistema di cunicoli che percorre il sottosuolo di Napoli. Secondo tema è la ricerca e il mantenimento del rapporto con il paesaggio agrario collinare a grande e a piccola scala. A grande scala, con il paesaggio di orti, vigneti, frutteti e agrumeti che esistevano e in parte esistono ancora su questa collina. Come in altre zone collinari di Napoli, anche se frammentati, essi possono consentire - come è suggerito nel progetto - di raccordare attraverso un percorso verde il parco di Sant’Antonio ai Monti con il complesso di S. Martino e S. Elmo.
Cianci, M.G. (1999). Parco delle Grotte. In Siti e paesaggi (pp. 48-61).
Parco delle Grotte
CIANCI, MARIA GRAZIA
1999-01-01
Abstract
Primo tema, la morfologia e la natura geologica del sito, che è caratterizzato da due costoni di tufo simili a quelli che, nel retroterra della baia di Napoli, creano improvvisi salti di quota e affacci verso il mare. I due costoni, dell’altezza di circa venticinque metri ciascuno, sono sfalsati e intervallati da un ampio e fertile pianoro e sono raccordati in alcuni punti da scarpate meno ripide. Alla base dal costone più basso e alla quota intermedia si aprono delle grotte, scavate in varie epoche per farne materiale da costruzione, e collegate a quel sistema di cunicoli che percorre il sottosuolo di Napoli. Secondo tema è la ricerca e il mantenimento del rapporto con il paesaggio agrario collinare a grande e a piccola scala. A grande scala, con il paesaggio di orti, vigneti, frutteti e agrumeti che esistevano e in parte esistono ancora su questa collina. Come in altre zone collinari di Napoli, anche se frammentati, essi possono consentire - come è suggerito nel progetto - di raccordare attraverso un percorso verde il parco di Sant’Antonio ai Monti con il complesso di S. Martino e S. Elmo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.