Capofila di tutte le storie cristianizzate del Buddha, questo testo bizantino degli anni intorno al Mille ha una genesi affascinante tra il Caucaso e il Monte Athos, in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse. La Storia di Barlaam e Ioasaf racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l'ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. Che la storia ricalcasse quella del Buddha era stato realizzato già dagli studiosi di fine Ottocento, ma la matassa dei passaggi e delle mediazioni è stata dipanata solo in anni recenti, anche grazie all'edizione critica pubblicata da Robert Volk nel 2009. Basandosi sul suo testo e sui suoi apparati, gli autori consegnano ai lettori una puntuale revisione della traduzione e una ristrutturazione delle note e degli indici, che completano l'informazione aggiornata sull'insieme dell'opera fornita nel saggio introduttivo. Tutto questo rinnova profondamente l'edizione firmata dai due studiosi nel 1980. Si possono cosí apprezzare appieno per la prima volta sia le qualità narrative del testo sia la ricchezza allusivo-sapienziale delle parabole incastonate nel racconto, che hanno affascinato e influenzato molti scrittori nel corso dei secoli, da Iacopo da Varazze a Boccaccio, da Shakespeare a Tolstoj.
Ronchey, S. (2012). Storia utile all’anima, dalle piú remote plaghe della Terra degli Etiopi – detta anche «degli Indiani» – recata alla Città Santa da Giovanni, monaco del monastero di San Saba. Parte prima, in: Storia di Barlaam e Ioasaf, a cura di S. Ronchey, P. Cesaretti, 3-148.
Storia utile all’anima, dalle piú remote plaghe della Terra degli Etiopi – detta anche «degli Indiani» – recata alla Città Santa da Giovanni, monaco del monastero di San Saba. Parte prima, in: Storia di Barlaam e Ioasaf, a cura di S. Ronchey, P. Cesaretti
RONCHEY, SILVIA
2012-01-01
Abstract
Capofila di tutte le storie cristianizzate del Buddha, questo testo bizantino degli anni intorno al Mille ha una genesi affascinante tra il Caucaso e il Monte Athos, in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse. La Storia di Barlaam e Ioasaf racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l'ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. Che la storia ricalcasse quella del Buddha era stato realizzato già dagli studiosi di fine Ottocento, ma la matassa dei passaggi e delle mediazioni è stata dipanata solo in anni recenti, anche grazie all'edizione critica pubblicata da Robert Volk nel 2009. Basandosi sul suo testo e sui suoi apparati, gli autori consegnano ai lettori una puntuale revisione della traduzione e una ristrutturazione delle note e degli indici, che completano l'informazione aggiornata sull'insieme dell'opera fornita nel saggio introduttivo. Tutto questo rinnova profondamente l'edizione firmata dai due studiosi nel 1980. Si possono cosí apprezzare appieno per la prima volta sia le qualità narrative del testo sia la ricchezza allusivo-sapienziale delle parabole incastonate nel racconto, che hanno affascinato e influenzato molti scrittori nel corso dei secoli, da Iacopo da Varazze a Boccaccio, da Shakespeare a Tolstoj.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.