Il volume raccoglie per la prima volta in italiano tutti i 92 racconti di Nathaniel Hawthorne, diversi dei quali ancora inediti nella nostra lingua, consentendo ai lettori di seguire una carriera ventennale e destinata, per il carattere di novità e compiutezza formale, a diventare fondante per le lettere americane. L’esperienza di tradurre tutti i racconti designati dal numero dispari (i racconti indicati da numero pari sono stati oggetto di traduzione e di riflessione della seconda curatrici del volume, Igina Tattoni) viene ripercorsa in “Ritratto del tempo”, il primo dei due saggi introduttivi il cui scopo è non solo situare i diversi racconti all’interno del canone hawthorniano, ma anche sottolineare gli elementi stilistici e tematici utili alla composizione di un ritratto dell’autore basato non sui celebri romanzi, bensì sui racconti. Traendo spunto dai pareri di recensori eccellenti quali M. Fuller, E.A. Poe, e H. Melville, il saggio introduttivo propone innanzi tutto una riflessione sul ruolo del racconto nella storia di una letteratura che all’epoca si considera nascente e, successivamente, una proposta di lettura dei testi che consenta di apprezzare sia la ricchezza lessicale sia l’originalità della lingua letteraria hawthorniane. In particolare, la tendenza dell’autore allo scavo minuzioso delle sensazioni e dei sentimenti dei personaggi; la precisione e al contempo il carattere etereo di molte descrizioni (della luce, del fuoco, dell’acqua, degli sguardi dei personaggi); la creazione di un paesaggio nazionale sentito come barbarico e alieno a qualsiasi manierismo letterario; l’ambiguità sintattica che svela un narratore incline a sfumare i giudizi e all’ironia.
Antonelli, S. (2006). Tutti i racconti, 1, IX-1101.
Tutti i racconti
ANTONELLI, SARA
2006-01-01
Abstract
Il volume raccoglie per la prima volta in italiano tutti i 92 racconti di Nathaniel Hawthorne, diversi dei quali ancora inediti nella nostra lingua, consentendo ai lettori di seguire una carriera ventennale e destinata, per il carattere di novità e compiutezza formale, a diventare fondante per le lettere americane. L’esperienza di tradurre tutti i racconti designati dal numero dispari (i racconti indicati da numero pari sono stati oggetto di traduzione e di riflessione della seconda curatrici del volume, Igina Tattoni) viene ripercorsa in “Ritratto del tempo”, il primo dei due saggi introduttivi il cui scopo è non solo situare i diversi racconti all’interno del canone hawthorniano, ma anche sottolineare gli elementi stilistici e tematici utili alla composizione di un ritratto dell’autore basato non sui celebri romanzi, bensì sui racconti. Traendo spunto dai pareri di recensori eccellenti quali M. Fuller, E.A. Poe, e H. Melville, il saggio introduttivo propone innanzi tutto una riflessione sul ruolo del racconto nella storia di una letteratura che all’epoca si considera nascente e, successivamente, una proposta di lettura dei testi che consenta di apprezzare sia la ricchezza lessicale sia l’originalità della lingua letteraria hawthorniane. In particolare, la tendenza dell’autore allo scavo minuzioso delle sensazioni e dei sentimenti dei personaggi; la precisione e al contempo il carattere etereo di molte descrizioni (della luce, del fuoco, dell’acqua, degli sguardi dei personaggi); la creazione di un paesaggio nazionale sentito come barbarico e alieno a qualsiasi manierismo letterario; l’ambiguità sintattica che svela un narratore incline a sfumare i giudizi e all’ironia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.