Una parte cospicua dell'espressione culturale del Portogallo del secolo XVI è costituita da una letteratura a carattere esclusivamente marittimo, quando, compiuto felicemente il viaggio di Vasco da Gama, la rotta delle Indie comincia a essere percorsa da un numero sempre crescente di navi mercantili che vanno a caricare chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e zenzero in quei lontani paesi, spingendosi fino alle Molucche, e comunque operando in modo da bloccare il Mar Rosso e lo stretto di Ormuz per impedire il passaggio dei mercanti arabi e italiani, ai quali sottraggono così il redditizio commercio delle spezie, da essi detenuto fino a quel momento in regime di monopolio. E mentre alle imprese eroiche della penetrazione portoghese in Oriente si ispirano cronache e poemi, contemporaneamente le tempeste oceaniche, i venti impetuosi e le non meno pericolose bonacce, gli assalti dei corsari e le perdite che ne conseguono, in navi e in uomini, danno luogo a un particolare genere letterario, i "resoconti di naufragio", la cui fortuna e popolarità in Portogallo sono a dir poco notevoli. Si tratta di relazioni scritte da testimoni oculari - o basate sui fatti da essi narrati - che in un linguaggio colorito e efficace offrono al pubblico dei lettori un quadro, terrificante e appassionante insieme, dei pericoli cui le navi andavano incontro nei loro viaggi. Lo spettacolo delle alberature divelte, degli scafi smembrati dalla tempesta, la confusione e le urla dei naufraghi, l'ingegno degli uomini in cerca di salvezza, e finalmente la lunga, estenuante e avventurosa marcia dei superstiti attraverso le desolate terre africane, le insidie dei negri e delle fiere, la fame e la sete, il freddo notturno e il torrido caldo diurno: ve n'era di che creare una letteratura a forti tinte, avvincente quanto le grandi inchieste giornalistiche dei nostri tempi. Giulia Lanciani - che ha al suo attivo una vasta bibliografia specifica edita in Italia e all'estero (Portogallo, Brasile, Francia) - con questo volume (di 330 pp.) offre al pubblico italiano - oltre a uno studio approfondito del contesto storico in cui si collocano gli eventi riferiti e a una analisi della struttura narrativa di questo particolare genere letterario - quattro di questi resoconti, pubblicati in una nuova lettura critica condotta direttamente sui manoscritti o sulle stampe coeve (lettura che risolve numerosi problemi interpretativi, trascurati dagli editori precedenti), e corredati da una traduzione sinottica, da note storico-geografiche e esplicative.
Lanciani, G. (2002). Viaggi e Naufragi portoghesi sulla via delle Indie. Napoli : Liguori.
Viaggi e Naufragi portoghesi sulla via delle Indie
LANCIANI, Giulia
2002-01-01
Abstract
Una parte cospicua dell'espressione culturale del Portogallo del secolo XVI è costituita da una letteratura a carattere esclusivamente marittimo, quando, compiuto felicemente il viaggio di Vasco da Gama, la rotta delle Indie comincia a essere percorsa da un numero sempre crescente di navi mercantili che vanno a caricare chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e zenzero in quei lontani paesi, spingendosi fino alle Molucche, e comunque operando in modo da bloccare il Mar Rosso e lo stretto di Ormuz per impedire il passaggio dei mercanti arabi e italiani, ai quali sottraggono così il redditizio commercio delle spezie, da essi detenuto fino a quel momento in regime di monopolio. E mentre alle imprese eroiche della penetrazione portoghese in Oriente si ispirano cronache e poemi, contemporaneamente le tempeste oceaniche, i venti impetuosi e le non meno pericolose bonacce, gli assalti dei corsari e le perdite che ne conseguono, in navi e in uomini, danno luogo a un particolare genere letterario, i "resoconti di naufragio", la cui fortuna e popolarità in Portogallo sono a dir poco notevoli. Si tratta di relazioni scritte da testimoni oculari - o basate sui fatti da essi narrati - che in un linguaggio colorito e efficace offrono al pubblico dei lettori un quadro, terrificante e appassionante insieme, dei pericoli cui le navi andavano incontro nei loro viaggi. Lo spettacolo delle alberature divelte, degli scafi smembrati dalla tempesta, la confusione e le urla dei naufraghi, l'ingegno degli uomini in cerca di salvezza, e finalmente la lunga, estenuante e avventurosa marcia dei superstiti attraverso le desolate terre africane, le insidie dei negri e delle fiere, la fame e la sete, il freddo notturno e il torrido caldo diurno: ve n'era di che creare una letteratura a forti tinte, avvincente quanto le grandi inchieste giornalistiche dei nostri tempi. Giulia Lanciani - che ha al suo attivo una vasta bibliografia specifica edita in Italia e all'estero (Portogallo, Brasile, Francia) - con questo volume (di 330 pp.) offre al pubblico italiano - oltre a uno studio approfondito del contesto storico in cui si collocano gli eventi riferiti e a una analisi della struttura narrativa di questo particolare genere letterario - quattro di questi resoconti, pubblicati in una nuova lettura critica condotta direttamente sui manoscritti o sulle stampe coeve (lettura che risolve numerosi problemi interpretativi, trascurati dagli editori precedenti), e corredati da una traduzione sinottica, da note storico-geografiche e esplicative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.