Oggetto dell'indagine è, in questo libro, la vocazione missionaria nella Compagnia di Gesù tra Cinque e Seicento. Più che illustrare gli obiettivi, gli strumenti e i metodi dei gesuiti nella campagna per la conversione delle Indie, esso mira a far luce sulle reazioni provocate in migliaia di giovani europei dalla sapiente propaganda dei seguaci di Ignazio di Loyola. Per accertare questi esiti - d'ordine spirituale, culturale o semplicemente personale - si è provveduto a un sistematico spoglio delle Litterae Indipetarum indirizzate al Padre Generale dagli aspiranti missionari e conservate manoscritte nell'Archivio Storico della Compagnia: esse costituiscono, tra l'altro, il più consistente fondo di scritture autobiografiche di italiani vissuti a cavaliere dei secoli XVI e XVII.Muovendo da tante suggestive testimonianze si è cercato di ricostruire il contesto delle petizioni, e delle esperienze - interiori ed esistenziali - che le avevano precedute: sono stati così messi a fuoco, nei limiti del possibile, i rapporti spesso conflittuali del candidato alle Indie con la propria famiglia, con i superiori del noviziato e della Provincia, con lo stesso Padre Generale. Al tempo stesso si è tentato di descrivere le molteplici e diverse idee che gli "Indipetae" (quanti, cioè, "petebant Indias") si facevano di quello che, nel linguaggio gesuitico del tempo, veniva chiamato il "rimedio delle Indie", e dei compiti che aspettavano quanti a quel "rimedio" volevano concorrere.
Roscioni, G. (2001). Il desiderio delle Indie. Storie, sogni e fughe di giovani gesuiti italiani.. Torino : Giulio Einaudi Editore.
Il desiderio delle Indie. Storie, sogni e fughe di giovani gesuiti italiani.
ROSCIONI, Giancarlo
2001-01-01
Abstract
Oggetto dell'indagine è, in questo libro, la vocazione missionaria nella Compagnia di Gesù tra Cinque e Seicento. Più che illustrare gli obiettivi, gli strumenti e i metodi dei gesuiti nella campagna per la conversione delle Indie, esso mira a far luce sulle reazioni provocate in migliaia di giovani europei dalla sapiente propaganda dei seguaci di Ignazio di Loyola. Per accertare questi esiti - d'ordine spirituale, culturale o semplicemente personale - si è provveduto a un sistematico spoglio delle Litterae Indipetarum indirizzate al Padre Generale dagli aspiranti missionari e conservate manoscritte nell'Archivio Storico della Compagnia: esse costituiscono, tra l'altro, il più consistente fondo di scritture autobiografiche di italiani vissuti a cavaliere dei secoli XVI e XVII.Muovendo da tante suggestive testimonianze si è cercato di ricostruire il contesto delle petizioni, e delle esperienze - interiori ed esistenziali - che le avevano precedute: sono stati così messi a fuoco, nei limiti del possibile, i rapporti spesso conflittuali del candidato alle Indie con la propria famiglia, con i superiori del noviziato e della Provincia, con lo stesso Padre Generale. Al tempo stesso si è tentato di descrivere le molteplici e diverse idee che gli "Indipetae" (quanti, cioè, "petebant Indias") si facevano di quello che, nel linguaggio gesuitico del tempo, veniva chiamato il "rimedio delle Indie", e dei compiti che aspettavano quanti a quel "rimedio" volevano concorrere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.