roppo disinvoltamente richiamata dal mondo della comunicazione, utilizzata impropriamente nel lessico dell’emergenza e dell’umanitario, la nozione di etnia, già presente nel discorso coloniale, è stata ambiguamente riconvocata nel campo politico e nel dibattito pubblico del nostro paese solo dall’inizio degli anni Novanta, quando i processi di transizione dell’Est europeo e il lungo conflitto nella ex Iugoslavia ne hanno drammaticamente evidenziato il potere di mobilitazione. Questo volume è frutto di un lungo lavoro collettivo che ha preso le mosse proprio dal rifiuto dell’abuso di espressioni come “etnia”, “conflitto etnico” o “lotta tribale” e dall’esigenza di riaffrontare criticamente i termini del discorso identitario, a partire dall’analisi delle contraddizioni della realtà africana contemporanea. Partendo da casi emblematici come il Mali, la Costa d’Avorio, il Ruanda e il Congo, i saggi di Jean-Loup Amselle, Jean Bazin, Jean-Pierre Dozon, Jean-Pierre Chrétien, Claudine Vidal ed Elikia M’Bokolo criticano una visione «primordialista» e falsamente oggettiva della nozione di identità etno-culturale, proponendo un completo ribaltamento di prospettiva, per analizzare la costruzione degli spazi politici africani e delle categorie identitarie alla luce della loro storicità, in quanto elementi che maturano già nel quadro della «situazione coloniale» e poi nella realtà post-coloniale. Gli autori contribuiscono ad animare il dibattito intorno alla costruzione di una scienza sociale africanista, in cui il canone di identità è ridefinito come genere al tempo stesso plurale e singolare, postulando una vera creolità di ogni gruppo etnico e linguistico.
Fusaschi, M. (a cura di). (2008). L'invenzione dell'etnia.. roma : Meltemi.
L'invenzione dell'etnia.
FUSASCHI, MICHELA
2008-01-01
Abstract
roppo disinvoltamente richiamata dal mondo della comunicazione, utilizzata impropriamente nel lessico dell’emergenza e dell’umanitario, la nozione di etnia, già presente nel discorso coloniale, è stata ambiguamente riconvocata nel campo politico e nel dibattito pubblico del nostro paese solo dall’inizio degli anni Novanta, quando i processi di transizione dell’Est europeo e il lungo conflitto nella ex Iugoslavia ne hanno drammaticamente evidenziato il potere di mobilitazione. Questo volume è frutto di un lungo lavoro collettivo che ha preso le mosse proprio dal rifiuto dell’abuso di espressioni come “etnia”, “conflitto etnico” o “lotta tribale” e dall’esigenza di riaffrontare criticamente i termini del discorso identitario, a partire dall’analisi delle contraddizioni della realtà africana contemporanea. Partendo da casi emblematici come il Mali, la Costa d’Avorio, il Ruanda e il Congo, i saggi di Jean-Loup Amselle, Jean Bazin, Jean-Pierre Dozon, Jean-Pierre Chrétien, Claudine Vidal ed Elikia M’Bokolo criticano una visione «primordialista» e falsamente oggettiva della nozione di identità etno-culturale, proponendo un completo ribaltamento di prospettiva, per analizzare la costruzione degli spazi politici africani e delle categorie identitarie alla luce della loro storicità, in quanto elementi che maturano già nel quadro della «situazione coloniale» e poi nella realtà post-coloniale. Gli autori contribuiscono ad animare il dibattito intorno alla costruzione di una scienza sociale africanista, in cui il canone di identità è ridefinito come genere al tempo stesso plurale e singolare, postulando una vera creolità di ogni gruppo etnico e linguistico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.