Fra le attività di conservazione più efficaci, sembra essere indispensabile l’allestimento di sistemi di astacicoltura. Il solo metodo “sink-souce” potrebbe non essere sufficiente per il recupero delle popolazioni astacicole.Per migliorare le pratiche di allevamento ed in particolare approfondire le conoscenze relative al settore della mangimistica, è stato intrapreso uno studio volto ad ampliare le conoscenza sulla nicchia trofica di questa specie. La principale prospettiva gestionale è quella di ottenere un alimento artificiale di composizione simile alla dieta naturale per non alterare o alla peggio impedire il regolare svolgimento delle funzioni vitali in condizioni di cattività.A tale scopo sono stati prelevati 258 esemplari di gambero di fiume da marzo 2002 a febbraio 2003, dal Torrente Duranna (Provincia di Roma). Tutti gli esemplari (“sessati” e misurati) sono stati sacrificati previa anestesia e sottoposti a biopsia per il prelievo dei contenuti stomacali, quando presenti. Vengono inoltre riportati (solo per un’analisi qualitativa) i risultati relativi ad osservazioni dirette durante i campionamenti. Le componenti alimentari ritrovate all’interno della cavità gastrica dei gamberi sono state confrontate con le risorse animali e vegetali disponibili (stimate effettuando osservazioni sulla fauna e flora acquatica). Sono state effettuate analisi qualitative e quantitative sulla componente alimentare. In particolare oltre la descrizione degli items alimentari, sono stati calcolati l’indice di vacuità, la frequenze di comparsa delle singole componenti, la loro percentuale relativa e il coefficiente di ripienezza.I risultati hanno evidenziato come la componente principale della dieta sia quella vegetale, sebbene la componente detritica (composta soprattutto da clasti calcarei a granulometria molto fine) sia presente in quantità non trascurabili nelle giovani classi di età e la componente animale (essenzialmente organismi macrobentonti) rappresenti una fonte energetica importante per gli esemplari di sesso femminile.Tale studio si propone come utile base per attività di conservazione ex situ, non solo per il gambero di fiume ma anche per tutti gli ambienti che esso colonizza. Utilizzando A. italicus come specie ombrello, è possibile tutelare le specie animali e vegetali con le quali interagisce o con le quali condivide un’area geografica. Preservare in particolare la macrobentofauna e la vegetazione ripariale presenta dei risvolti gestionali tutt’altro che privi di significato essendo i macroinvertebrati alla base degli ecosistemi acquatici e la vegetazione ripariale una comunità di piante di grande importanza non solo per gli ecosistemi suddetti ma altresì per quelli terrestri (rappresentando una zona ecotonale ad alta diversità e un corridoio biologico per molte specie animali).
Scalici, M., Vignoli, L., Gibertini, G. (2004). Alimentazione del gambero di fiume Austropotamobius italicus: osservazioni ecologiche ed implicazioni gestionali..
Alimentazione del gambero di fiume Austropotamobius italicus: osservazioni ecologiche ed implicazioni gestionali.
SCALICI, MASSIMILIANO;VIGNOLI, LEONARDO;GIBERTINI, Giancarlo
2004-01-01
Abstract
Fra le attività di conservazione più efficaci, sembra essere indispensabile l’allestimento di sistemi di astacicoltura. Il solo metodo “sink-souce” potrebbe non essere sufficiente per il recupero delle popolazioni astacicole.Per migliorare le pratiche di allevamento ed in particolare approfondire le conoscenze relative al settore della mangimistica, è stato intrapreso uno studio volto ad ampliare le conoscenza sulla nicchia trofica di questa specie. La principale prospettiva gestionale è quella di ottenere un alimento artificiale di composizione simile alla dieta naturale per non alterare o alla peggio impedire il regolare svolgimento delle funzioni vitali in condizioni di cattività.A tale scopo sono stati prelevati 258 esemplari di gambero di fiume da marzo 2002 a febbraio 2003, dal Torrente Duranna (Provincia di Roma). Tutti gli esemplari (“sessati” e misurati) sono stati sacrificati previa anestesia e sottoposti a biopsia per il prelievo dei contenuti stomacali, quando presenti. Vengono inoltre riportati (solo per un’analisi qualitativa) i risultati relativi ad osservazioni dirette durante i campionamenti. Le componenti alimentari ritrovate all’interno della cavità gastrica dei gamberi sono state confrontate con le risorse animali e vegetali disponibili (stimate effettuando osservazioni sulla fauna e flora acquatica). Sono state effettuate analisi qualitative e quantitative sulla componente alimentare. In particolare oltre la descrizione degli items alimentari, sono stati calcolati l’indice di vacuità, la frequenze di comparsa delle singole componenti, la loro percentuale relativa e il coefficiente di ripienezza.I risultati hanno evidenziato come la componente principale della dieta sia quella vegetale, sebbene la componente detritica (composta soprattutto da clasti calcarei a granulometria molto fine) sia presente in quantità non trascurabili nelle giovani classi di età e la componente animale (essenzialmente organismi macrobentonti) rappresenti una fonte energetica importante per gli esemplari di sesso femminile.Tale studio si propone come utile base per attività di conservazione ex situ, non solo per il gambero di fiume ma anche per tutti gli ambienti che esso colonizza. Utilizzando A. italicus come specie ombrello, è possibile tutelare le specie animali e vegetali con le quali interagisce o con le quali condivide un’area geografica. Preservare in particolare la macrobentofauna e la vegetazione ripariale presenta dei risvolti gestionali tutt’altro che privi di significato essendo i macroinvertebrati alla base degli ecosistemi acquatici e la vegetazione ripariale una comunità di piante di grande importanza non solo per gli ecosistemi suddetti ma altresì per quelli terrestri (rappresentando una zona ecotonale ad alta diversità e un corridoio biologico per molte specie animali).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.