La voce biografica su Leicht Pier Silverio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 2005, vol. LXIV, p. 315 – 318; ISBN 9788812000326 mette in rilievo come lo storico del diritto abbia preso parte alla vivace polemica mossa dalla storiografia giuridica di età intermedia sul carattere prevalentemente romano o germanico assunto dal diritto in Italia nell'Alto Medioevo, ossia su quanto gli istituti romanistici avessero resistito all'influenza del diritto germanico. Nella sua prima monografia dal titolo Diritto romano e diritto germanico in alcuni documenti friulani dei secoli XI, XII, XIII (Udine 1897) egli affrontò la delicata questione sostenendo una tesi meno astratta e meno intransigente rispetto a quelle contrapposte dai due grandi maestri Schupfer e Tamassia: attraverso ricerche analitiche su documenti d’archivio, sulla base di un metodo esegetico volto a mettere in luce la concretezza dell’esperienza giuridica medievale, riconobbe da un lato l'importanza della penetrazione e applicazione di principî e istituti germanici, dall'altro il cambiamento, perché, almeno alla fine dell'Alto Medioevo, e per quanto concerne più specificatamente il diritto friulano, gli istituti in disuso erano i germanici, mentre tendevano a riaffermarsi le antiche istituzioni romane.
Ferri, G. (2005). Leicht Pier Silverio, 315-318.
Leicht Pier Silverio
FERRI, GIORDANO
2005-01-01
Abstract
La voce biografica su Leicht Pier Silverio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 2005, vol. LXIV, p. 315 – 318; ISBN 9788812000326 mette in rilievo come lo storico del diritto abbia preso parte alla vivace polemica mossa dalla storiografia giuridica di età intermedia sul carattere prevalentemente romano o germanico assunto dal diritto in Italia nell'Alto Medioevo, ossia su quanto gli istituti romanistici avessero resistito all'influenza del diritto germanico. Nella sua prima monografia dal titolo Diritto romano e diritto germanico in alcuni documenti friulani dei secoli XI, XII, XIII (Udine 1897) egli affrontò la delicata questione sostenendo una tesi meno astratta e meno intransigente rispetto a quelle contrapposte dai due grandi maestri Schupfer e Tamassia: attraverso ricerche analitiche su documenti d’archivio, sulla base di un metodo esegetico volto a mettere in luce la concretezza dell’esperienza giuridica medievale, riconobbe da un lato l'importanza della penetrazione e applicazione di principî e istituti germanici, dall'altro il cambiamento, perché, almeno alla fine dell'Alto Medioevo, e per quanto concerne più specificatamente il diritto friulano, gli istituti in disuso erano i germanici, mentre tendevano a riaffermarsi le antiche istituzioni romane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.