In two short essays written in 1916 that anticipate themes of his 1925 dissertation, Origin of the German Mourning Play, Walter Benjamin began to elaborate a messianic conception of music. In the essays—Trauerspiel and Tragedy and The Meaning of Language in Trauerspiel and Tragedy— together with another essay of 1922 Goethe’s Elective Affinities, music is a central theme, related to a Jewish-Messianic conception of nature, language and history. In the context of redemption, the temporality of music approaches messianic temporality: the pure feeling (sentiment, Gefühl) achieved in music is a vehicle of redemption through the expression of mourning for nature (as Creation and creature) through the lament (Klage). The mystery of music in the moment of performance achieves redemption in a supersensible excess of mourning. This essay considers Benjamin’s philosophy of music in terms of his messianic vision, indicating a possible nexus with Hermann Cohen’s theories of music and messianism (in Hermann Cohen’s Aesthetics of pure Feeling, 1912).

La filosofia di Hermann Cohen e gli studi ebraici di Gershom Scholem influenzano la riflessione di Benjamin sulla musica legandola alla tradizione ebraica del divieto d’immagine e del primato del suono e dell’ascolto, e alla tradizione ebraico-cabbalistica che vede nel linguaggio divino l’origine del mondo e del linguaggio umano e nella storia la possibilità della redenzione e della giustizia per l’uomo come creatura e natura, nel ricordo. Nell’Estetica del sentimento puro (1912) di Hermann Cohen il tema della musica ha un ruolo centrale: quest’arte sembra legarsi in modo più stretto delle altre (la pittura, la poesia, il dramma, le arti plastiche) alla fondazione dell’apriori dell’arte, che Cohen tenta nel primo volume dell’opera, nel principio del sentimento puro. Nell’analizzare la concezione coheniana della musica si è cercato di di indicare una possibile influenza di questo concetto sulla visione della musica che emerge nell’ultima parte del saggio di Walter Benjamin“Le affinità elettive” di Goethe (1921)

Tagliacozzo, T. (2015). L'ascoltare senza immagini. Messianismo e musica in Hermann Cohen e Walter Benjamin. In Maria Teresa Pansera (a cura di), Eredità filosofiche. Saggi in onore di Elio Matassi (pp. 203-223). Milano : Mimesis.

L'ascoltare senza immagini. Messianismo e musica in Hermann Cohen e Walter Benjamin

TAGLIACOZZO, Tamara
Writing – Original Draft Preparation
2015-01-01

Abstract

In two short essays written in 1916 that anticipate themes of his 1925 dissertation, Origin of the German Mourning Play, Walter Benjamin began to elaborate a messianic conception of music. In the essays—Trauerspiel and Tragedy and The Meaning of Language in Trauerspiel and Tragedy— together with another essay of 1922 Goethe’s Elective Affinities, music is a central theme, related to a Jewish-Messianic conception of nature, language and history. In the context of redemption, the temporality of music approaches messianic temporality: the pure feeling (sentiment, Gefühl) achieved in music is a vehicle of redemption through the expression of mourning for nature (as Creation and creature) through the lament (Klage). The mystery of music in the moment of performance achieves redemption in a supersensible excess of mourning. This essay considers Benjamin’s philosophy of music in terms of his messianic vision, indicating a possible nexus with Hermann Cohen’s theories of music and messianism (in Hermann Cohen’s Aesthetics of pure Feeling, 1912).
2015
9788857532783
La filosofia di Hermann Cohen e gli studi ebraici di Gershom Scholem influenzano la riflessione di Benjamin sulla musica legandola alla tradizione ebraica del divieto d’immagine e del primato del suono e dell’ascolto, e alla tradizione ebraico-cabbalistica che vede nel linguaggio divino l’origine del mondo e del linguaggio umano e nella storia la possibilità della redenzione e della giustizia per l’uomo come creatura e natura, nel ricordo. Nell’Estetica del sentimento puro (1912) di Hermann Cohen il tema della musica ha un ruolo centrale: quest’arte sembra legarsi in modo più stretto delle altre (la pittura, la poesia, il dramma, le arti plastiche) alla fondazione dell’apriori dell’arte, che Cohen tenta nel primo volume dell’opera, nel principio del sentimento puro. Nell’analizzare la concezione coheniana della musica si è cercato di di indicare una possibile influenza di questo concetto sulla visione della musica che emerge nell’ultima parte del saggio di Walter Benjamin“Le affinità elettive” di Goethe (1921)
Tagliacozzo, T. (2015). L'ascoltare senza immagini. Messianismo e musica in Hermann Cohen e Walter Benjamin. In Maria Teresa Pansera (a cura di), Eredità filosofiche. Saggi in onore di Elio Matassi (pp. 203-223). Milano : Mimesis.
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