Il progetto della Nuova Stazione Tiburtina è proposto dal bando come l'occasione di costruzione di una nuova centralità urbana, in grado di riconnettere anche spazialmente e fisicamente due quartieri storicamente separati dal tracciato ferroviario. Non a caso i quartieri Nomentano e Pietralata si presentano allo stato come provvisti di logiche di impianto tra di loro inconfrontabili e disomegenee. Tutti e due i quartieri, inoltre, sembrano aver adottato, nei confronti del limite fisico rappresentato dal sedime ferroviario, una logica d'impianto che interpreta questo confine come un termine perentorio ed invalicabile della città. Una periferia, relativa ai rispettivi centri, che dissemina in vicinanza della finis urbis il materiale tipico e contraddittorio dell'approssimarsi dell'orizzonte ultimo della realtà urbana. Attività industriali, capannoni e piazzali di movimentazioni di merci e di flussi passeggeri, centrali elettriche, depositi, ovvero, soprattutto sul fronte Pietralata, margini di una città costruita in assenza e comunque a dispetto del Piano, punteggiata di edifici autocostruiti, dentro la quale si alternano pezzi di non città ad aree ad alta densità fondiaria. A partire, come si è detto, dall'integrale rispetto delle previsioni del Piano di Assetto, il progetto mette in valore alcuni tracciati ed alcune assialità presenti nei contesti locali, affidando ad essi le occasioni per la riconnessione della Nuova Stazione alla realtà fisica dei due contesti di appartenenza. La grande galleria pedonale costruita sul Ponte ferroviario, così, potrà concretamente proporsi non solo come Stazione a Ponte, ma anche come monumentale Boulevard urbano coperto, in grado di raccordare le città Nomentana e Pietralata, attraverso un complesso ed articolato sistema di piazze e di percorsi che nel garantire continuità e alla spazialità urbana raccorderà il grande manufatto alle più minute caratteristiche dei contesti locali. Una strategia complessiva tesa a raccordare l'inevitabile atopia dei grandi contenitori/ scambiatori del trasporto internazionale passeggeri, alle ragioni ineludibili dei contesti fisici delle città, al significato più intimo e più fragile dei contesti locali e al compimento della storia dei luoghi e della città. Un controllo del grande e atopico manufatto ferroviario anche in chiave di composizione urbana per mezzo di una sua risignificazione alla scala della città, dei suoi assi strutturanti, dei disegno dei suoi spazi pubblici.

Desideri, P., Beccu, M., Arlotti, M.L., Raimondo, F. (2011). Stazione alta velocità di Roma Tiburtina, 710, 7-13.

Stazione alta velocità di Roma Tiburtina

DESIDERI, PAOLO;BECCU, MICHELE;
2011-01-01

Abstract

Il progetto della Nuova Stazione Tiburtina è proposto dal bando come l'occasione di costruzione di una nuova centralità urbana, in grado di riconnettere anche spazialmente e fisicamente due quartieri storicamente separati dal tracciato ferroviario. Non a caso i quartieri Nomentano e Pietralata si presentano allo stato come provvisti di logiche di impianto tra di loro inconfrontabili e disomegenee. Tutti e due i quartieri, inoltre, sembrano aver adottato, nei confronti del limite fisico rappresentato dal sedime ferroviario, una logica d'impianto che interpreta questo confine come un termine perentorio ed invalicabile della città. Una periferia, relativa ai rispettivi centri, che dissemina in vicinanza della finis urbis il materiale tipico e contraddittorio dell'approssimarsi dell'orizzonte ultimo della realtà urbana. Attività industriali, capannoni e piazzali di movimentazioni di merci e di flussi passeggeri, centrali elettriche, depositi, ovvero, soprattutto sul fronte Pietralata, margini di una città costruita in assenza e comunque a dispetto del Piano, punteggiata di edifici autocostruiti, dentro la quale si alternano pezzi di non città ad aree ad alta densità fondiaria. A partire, come si è detto, dall'integrale rispetto delle previsioni del Piano di Assetto, il progetto mette in valore alcuni tracciati ed alcune assialità presenti nei contesti locali, affidando ad essi le occasioni per la riconnessione della Nuova Stazione alla realtà fisica dei due contesti di appartenenza. La grande galleria pedonale costruita sul Ponte ferroviario, così, potrà concretamente proporsi non solo come Stazione a Ponte, ma anche come monumentale Boulevard urbano coperto, in grado di raccordare le città Nomentana e Pietralata, attraverso un complesso ed articolato sistema di piazze e di percorsi che nel garantire continuità e alla spazialità urbana raccorderà il grande manufatto alle più minute caratteristiche dei contesti locali. Una strategia complessiva tesa a raccordare l'inevitabile atopia dei grandi contenitori/ scambiatori del trasporto internazionale passeggeri, alle ragioni ineludibili dei contesti fisici delle città, al significato più intimo e più fragile dei contesti locali e al compimento della storia dei luoghi e della città. Un controllo del grande e atopico manufatto ferroviario anche in chiave di composizione urbana per mezzo di una sua risignificazione alla scala della città, dei suoi assi strutturanti, dei disegno dei suoi spazi pubblici.
2011
ISSN 008-7181
Desideri, P., Beccu, M., Arlotti, M.L., Raimondo, F. (2011). Stazione alta velocità di Roma Tiburtina, 710, 7-13.
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