Il paper presenta i dati di un approfondimento originale sulle minori Romanì considerate “devianti” (autrici di reati). Lo studio, condotto nel corso del 2013 su dati 2011 e 2012 rilevati presso il CPA di Roma del Ministero della Giustizia, mette in evidenza come i soggetti più “marginali” tra i minori Romanì sperimentino percorsi di vita individuale legati a condizioni ambientali e di formazione scolastica ai “confini”. La ricchezza dei dati ha permesso, oltre all’analisi degli aspetti contestuali, anche una indagine del campione attraverso categorie di lettura peculiari, come: il dettaglio dei reati a carico delle giovani; l'andamento dei loro ingressi nel circuito della Giustizia minorile; la scolarizzazione; l'impegno e le attività prevalenti svolte nella giornata. I risultati emersi evidenziano le criticità relative alla realizzazione di una politica compensativa, ma soprattutto mettono in luce alcuni quesiti socio-pedagogici di importanza strategica e progettuale: Quale valore assume l'istruzione per queste giovani? Come offrire loro gli strumenti per affermare il diritto alla realizzazione personale? Quali interventi del welfare locale sono possibili per contrastare la marginalità e per garantire percorsi di integrazione e di inclusione? Ridurre le cause di esclusione, conoscendone le conseguenze, è un impegno che gli Autori del paper condividono nell’azione di conoscenza scientifica e che intendono presentare alla discussione generale.
DE ANGELIS, B. (2015). Una ricerca sulla condizione di devianza delle ragazze Romanì che accedono ai Centri di Giustizia Minorile nella Regione Lazio. Problemi emergenti e prospettive inclusive.. In T.M. Ulivieri S. (a cura di), Pedagogia militante. Diritti, culture, territori (pp. 910-918). Bologna : Edizioni ETS.
Una ricerca sulla condizione di devianza delle ragazze Romanì che accedono ai Centri di Giustizia Minorile nella Regione Lazio. Problemi emergenti e prospettive inclusive.
DE ANGELIS, BARBARA
2015-01-01
Abstract
Il paper presenta i dati di un approfondimento originale sulle minori Romanì considerate “devianti” (autrici di reati). Lo studio, condotto nel corso del 2013 su dati 2011 e 2012 rilevati presso il CPA di Roma del Ministero della Giustizia, mette in evidenza come i soggetti più “marginali” tra i minori Romanì sperimentino percorsi di vita individuale legati a condizioni ambientali e di formazione scolastica ai “confini”. La ricchezza dei dati ha permesso, oltre all’analisi degli aspetti contestuali, anche una indagine del campione attraverso categorie di lettura peculiari, come: il dettaglio dei reati a carico delle giovani; l'andamento dei loro ingressi nel circuito della Giustizia minorile; la scolarizzazione; l'impegno e le attività prevalenti svolte nella giornata. I risultati emersi evidenziano le criticità relative alla realizzazione di una politica compensativa, ma soprattutto mettono in luce alcuni quesiti socio-pedagogici di importanza strategica e progettuale: Quale valore assume l'istruzione per queste giovani? Come offrire loro gli strumenti per affermare il diritto alla realizzazione personale? Quali interventi del welfare locale sono possibili per contrastare la marginalità e per garantire percorsi di integrazione e di inclusione? Ridurre le cause di esclusione, conoscendone le conseguenze, è un impegno che gli Autori del paper condividono nell’azione di conoscenza scientifica e che intendono presentare alla discussione generale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.