Nella metropoli contemporanea la trasparenza infrastrutturale della finestra prospettica ipotizzata da Leon Battista Alberti ha lasciato il posto a diversi stadi di opacità: dal vetro riflettente e trasparente delle vetrine al video concepito come specchio e finestra architettonica, finanche alle facciate architettoniche trasformate in immagini-simulacro e interfacce grafiche computerizzate. D’altronde, Walter Benjamin aveva già segnalato, con assoluta preveggenza, il successo del vetro in architettura. Cent’anni dopo e oltre, noi oggi viviamo in un panorama urbano completamente dominato da un «flusso intermediale» di immagini e dispositivi di visione . I caleidoscopici assemblaggi di cornici infrastrutturali, specchi, proiezioni e schermi riscrivono, difatti, le logiche percettive, cognitive ed estetiche dell’esperienza metropolitana ordinaria e sembrano riflettere congiuntamente sullo statuto della città, delle arti e dei media contemporanei presagendo i loro possibili percorsi futuri.
Ravesi, G. (2010). Trasparenze e opacità. La metropoli e il cinema dalla vetrina al web. In S. Grasselli (a cura di), La realtà dopo il cinema. Percezione, senso, azione nel mondo visto (pp. 83-98). ENTE DELLO SPETTACOLO.
Trasparenze e opacità. La metropoli e il cinema dalla vetrina al web
RAVESI, GIACOMO
2010-01-01
Abstract
Nella metropoli contemporanea la trasparenza infrastrutturale della finestra prospettica ipotizzata da Leon Battista Alberti ha lasciato il posto a diversi stadi di opacità: dal vetro riflettente e trasparente delle vetrine al video concepito come specchio e finestra architettonica, finanche alle facciate architettoniche trasformate in immagini-simulacro e interfacce grafiche computerizzate. D’altronde, Walter Benjamin aveva già segnalato, con assoluta preveggenza, il successo del vetro in architettura. Cent’anni dopo e oltre, noi oggi viviamo in un panorama urbano completamente dominato da un «flusso intermediale» di immagini e dispositivi di visione . I caleidoscopici assemblaggi di cornici infrastrutturali, specchi, proiezioni e schermi riscrivono, difatti, le logiche percettive, cognitive ed estetiche dell’esperienza metropolitana ordinaria e sembrano riflettere congiuntamente sullo statuto della città, delle arti e dei media contemporanei presagendo i loro possibili percorsi futuri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.