Nell’isolato di fronte all’Arco di Tito, alle pendici nord del Palatino, si trova un edificio ipogeo di epoca tardo repubblicana, caratterizzato da piccole stanze allineate lungo corridoi e dotate di letti, all’interno del quale è compreso anche un balneum. Scavato da Giacomo Boni nel 1900, l’edificio fu poi edito per la prima volta da Giuseppe Lugli. Secondo l’interpretazione proposta da Lugli (Lugli 1947) e ripresa di recente da M. Antonietta Tomei (Tomei 1995), questo edificio sarebbe un lupanar, con annessa una caupona, ma l’ipotesi che si è ora accreditata vi riconosce gli alloggi servili della domus soprastante, che secondo l’interpretazione di Andrea Carandini va identificata con quella di M. Aemilius Scaurus il giovane, pr. 56 a.C. Nelle vicinanze, esistono altri edifici ipogei del tutto simili: alcuni noti da vecchi scavi nel Foro Boario e nel Foro Romano (Giu. Gatti 1901, Boni 1904); uno scoperto di recente nella zona dell’Argiletum (Nocera, Rinaldi 2013, Rinaldi c.s.). Altri due possibili confronti per questo raro tipo edilizio si trovano a Pozzuoli (Gialanella 1993) e a Narbonne (Solier 1973). Tuttavia, l’edificio palatino è il meglio conservato e offre la possibilità di osservare molti dettagli che possono meglio indirizzare l’interpretazione.

Medri, M. (2016). L’edificio ipogeo di fronte all’Arco di Tito, pendici settentrionali del Palatino: alcuni aggiornamenti. In G.P. A. Ferrandes (a cura di), Le regole del gioco. Tracce, archeologi, racconti. Studi in onore di Clementina Panella (pp. 357-384). Roma : Quasar.

L’edificio ipogeo di fronte all’Arco di Tito, pendici settentrionali del Palatino: alcuni aggiornamenti

MEDRI, MAURA
2016-01-01

Abstract

Nell’isolato di fronte all’Arco di Tito, alle pendici nord del Palatino, si trova un edificio ipogeo di epoca tardo repubblicana, caratterizzato da piccole stanze allineate lungo corridoi e dotate di letti, all’interno del quale è compreso anche un balneum. Scavato da Giacomo Boni nel 1900, l’edificio fu poi edito per la prima volta da Giuseppe Lugli. Secondo l’interpretazione proposta da Lugli (Lugli 1947) e ripresa di recente da M. Antonietta Tomei (Tomei 1995), questo edificio sarebbe un lupanar, con annessa una caupona, ma l’ipotesi che si è ora accreditata vi riconosce gli alloggi servili della domus soprastante, che secondo l’interpretazione di Andrea Carandini va identificata con quella di M. Aemilius Scaurus il giovane, pr. 56 a.C. Nelle vicinanze, esistono altri edifici ipogei del tutto simili: alcuni noti da vecchi scavi nel Foro Boario e nel Foro Romano (Giu. Gatti 1901, Boni 1904); uno scoperto di recente nella zona dell’Argiletum (Nocera, Rinaldi 2013, Rinaldi c.s.). Altri due possibili confronti per questo raro tipo edilizio si trovano a Pozzuoli (Gialanella 1993) e a Narbonne (Solier 1973). Tuttavia, l’edificio palatino è il meglio conservato e offre la possibilità di osservare molti dettagli che possono meglio indirizzare l’interpretazione.
2016
978-88-7140-712-8
Medri, M. (2016). L’edificio ipogeo di fronte all’Arco di Tito, pendici settentrionali del Palatino: alcuni aggiornamenti. In G.P. A. Ferrandes (a cura di), Le regole del gioco. Tracce, archeologi, racconti. Studi in onore di Clementina Panella (pp. 357-384). Roma : Quasar.
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