Pensare al paesaggio con “sentimento” può aiutarci a definire un concetto, un’idea: il paesaggio può avere contorni a volte labili, spesso elastici, mai inesistenti. Anche se esso risulta essere una porzione di un più ampio territorio, ciò non vuol dire che non esista un legame, anche se sottile e impercettibile, che tiene insieme “la parte” e il tutto. Questo legame viene dallo spirito collocato all’interno di una connessione infinita, all’interno della natura che ignora l’individualità, ma viene così trasformata nell’individualità del paesaggio dallo sguardo dell’uomo. Nell’introduzione alla critica del paesaggio, Rosario Assunto si pone domante precise sull’esistenza di una “critica del paesaggio” e cita l’interpretazione e le considerazioni che Croce dà sul tema. Considerazioni che, pur non negando completamente l’esistenza di rapporti tra gli elementi naturali e la comunicazione poetica, mettono in discussione la possibilità di giudizio. E’ legittimo indagare sulla importanza, sulla utilità, sulla funzione della critica del paesaggio visto che, attraverso tali riflessioni si giunge ad una conoscenza e alla ricostruzione del suo costituirsi come “oggetto estetico” nel momento in cui “diventa artista rispetto alla natura” e non si relaziona più ad essa in modo critico bensì si forma in modo tale da «accettarla oggettivamente come grande realtà presente»

Cianci, M.G. (2016). Come parlare di paesaggio. In F.D.C. Franco Zagari (a cura di), Il paesaggio come sfida. Il progetto (pp. 49-50). Foggia : Casa Editrice Librìa.

Come parlare di paesaggio

CIANCI, MARIA GRAZIA
2016-01-01

Abstract

Pensare al paesaggio con “sentimento” può aiutarci a definire un concetto, un’idea: il paesaggio può avere contorni a volte labili, spesso elastici, mai inesistenti. Anche se esso risulta essere una porzione di un più ampio territorio, ciò non vuol dire che non esista un legame, anche se sottile e impercettibile, che tiene insieme “la parte” e il tutto. Questo legame viene dallo spirito collocato all’interno di una connessione infinita, all’interno della natura che ignora l’individualità, ma viene così trasformata nell’individualità del paesaggio dallo sguardo dell’uomo. Nell’introduzione alla critica del paesaggio, Rosario Assunto si pone domante precise sull’esistenza di una “critica del paesaggio” e cita l’interpretazione e le considerazioni che Croce dà sul tema. Considerazioni che, pur non negando completamente l’esistenza di rapporti tra gli elementi naturali e la comunicazione poetica, mettono in discussione la possibilità di giudizio. E’ legittimo indagare sulla importanza, sulla utilità, sulla funzione della critica del paesaggio visto che, attraverso tali riflessioni si giunge ad una conoscenza e alla ricostruzione del suo costituirsi come “oggetto estetico” nel momento in cui “diventa artista rispetto alla natura” e non si relaziona più ad essa in modo critico bensì si forma in modo tale da «accettarla oggettivamente come grande realtà presente»
2016
978-88-6764-077-5
Cianci, M.G. (2016). Come parlare di paesaggio. In F.D.C. Franco Zagari (a cura di), Il paesaggio come sfida. Il progetto (pp. 49-50). Foggia : Casa Editrice Librìa.
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