Il ventre di Napoli. La formazione degli spazi di una città porosa

Il Rettifilo, via Toledo, Spaccanapoli sono i testimoni della storia urbana della città. I viaggiatori che l'hanno descritta ricorrono con frequenza ai termini organici, individuando nelle viscere un valido antecedente formale alle strade strette che l’attraversano. Napoli è un corpo, un microcosmo abitato da batteri, che imputridisce se abbandonato all’incuria. Sotto la lente della percezione fenomenologica di Sartre , questo corpo è malato; tra le vie della città, individuata una perfetta corrispondenza tra l’ambiente costruito e gli uomini che lo abitano, il tessuto è molle e tremolante. Incertezza dovuta alla definizione di spazi urbani che si dilatano e si contraggono, come la pelle di un addome che contiene una sostanza primitiva, costituita dai geni di una civiltà arcaica. Matilde Serao, già fondatrice de Il Mattino con Edoardo Scarfoglio, fornisce una preziosa descrizione di Napoli fatta di tre momenti, speculari ad altrettanti stati d’animo verso la società partenopea.