This paper discusses the role of landscape as unifying element in the project for the city of Chandigarh. During the twentieth century the “classical” idea of landscape as a visual background prevailed on the idea of landscape as a device able to tie space into infinity. The plan for the city of Chandigarth and its main spots (monuments and buildings), as the Capitol hill, are conceived as symbolic constructions in which nature comes into contact with the artificial space of the city and its institutions. This interpretation derives from the following considerations: - The evolution of the plan for Chandigarh, from the early schemes by Albert Mayer to the plan by Le Corbusier. This one changed radically the role of the void-system into the urban space structure. - The importance attributed by Le Corbusier to the Plan d’arborisation supported by the design work of a committee that cared about the planting of the trees. - The meaning of the Capitol soil (natural and artificial) and the overall narrative based on a complex metamorphosis of symbols recomposing fragments of nature and city.

Lo scritto analizza il ruolo del paesaggio come elemento unificante del progetto della città di Chandigarh. Nel corso del Novecento il paesaggio è elemento spesso ignorato o considerato come solo sfondo visivo, da osservare a distanza. Diversamente da questa classica lettura, il paesaggio può essere letto in questa occasione come l’elemento che permette di legare lo spazio della quotidianità con quello dell’infinito. Il piano della città e i luoghi più significativi e monumentali, tra cui il principale, il Capitol, nascono su una costruzione simbolica in cui la natura, viene a contatto con lo spazio dell’artificio, con la città e le sue istituzioni. Questa interpretazione deriva da alcune considerazioni che si articolano nella redazione del testo indagando: - Lo studio dell'evoluzione del piano dai primi schemi di Albert Mayer al piano di Le Corbusier che rispetto al primo modifica radicalmente proprio il ruolo del sistema dei vuoti nella strutturazione dello spazio urbano. - L’attenzione all'importanza attribuita da Le Corbusier al Plan d'Arborisation con la scelta di affiancare al lavoro di pianificazione e progettazione un comitato che curasse specificamente le questioni relative alla piantumazione delle alberature. - Una lettura del significato del suolo del Capitol e delle sue articolazioni come frammenti di una narrazione che rende la natura parte della città attraverso una metamorfosi che coinvolge un complesso apparato simbolico.

Montuori, L. (2016). L’irrigation du territoire, Chandigarh e la visione moderna del paesaggio. In Vieri Quilici (a cura di), The Architecture of the Foundation city - parte 1 (pp. 59-71).

L’irrigation du territoire, Chandigarh e la visione moderna del paesaggio

MONTUORI, LUCA
2016-01-01

Abstract

This paper discusses the role of landscape as unifying element in the project for the city of Chandigarh. During the twentieth century the “classical” idea of landscape as a visual background prevailed on the idea of landscape as a device able to tie space into infinity. The plan for the city of Chandigarth and its main spots (monuments and buildings), as the Capitol hill, are conceived as symbolic constructions in which nature comes into contact with the artificial space of the city and its institutions. This interpretation derives from the following considerations: - The evolution of the plan for Chandigarh, from the early schemes by Albert Mayer to the plan by Le Corbusier. This one changed radically the role of the void-system into the urban space structure. - The importance attributed by Le Corbusier to the Plan d’arborisation supported by the design work of a committee that cared about the planting of the trees. - The meaning of the Capitol soil (natural and artificial) and the overall narrative based on a complex metamorphosis of symbols recomposing fragments of nature and city.
2016
9788868128708
Lo scritto analizza il ruolo del paesaggio come elemento unificante del progetto della città di Chandigarh. Nel corso del Novecento il paesaggio è elemento spesso ignorato o considerato come solo sfondo visivo, da osservare a distanza. Diversamente da questa classica lettura, il paesaggio può essere letto in questa occasione come l’elemento che permette di legare lo spazio della quotidianità con quello dell’infinito. Il piano della città e i luoghi più significativi e monumentali, tra cui il principale, il Capitol, nascono su una costruzione simbolica in cui la natura, viene a contatto con lo spazio dell’artificio, con la città e le sue istituzioni. Questa interpretazione deriva da alcune considerazioni che si articolano nella redazione del testo indagando: - Lo studio dell'evoluzione del piano dai primi schemi di Albert Mayer al piano di Le Corbusier che rispetto al primo modifica radicalmente proprio il ruolo del sistema dei vuoti nella strutturazione dello spazio urbano. - L’attenzione all'importanza attribuita da Le Corbusier al Plan d'Arborisation con la scelta di affiancare al lavoro di pianificazione e progettazione un comitato che curasse specificamente le questioni relative alla piantumazione delle alberature. - Una lettura del significato del suolo del Capitol e delle sue articolazioni come frammenti di una narrazione che rende la natura parte della città attraverso una metamorfosi che coinvolge un complesso apparato simbolico.
Montuori, L. (2016). L’irrigation du territoire, Chandigarh e la visione moderna del paesaggio. In Vieri Quilici (a cura di), The Architecture of the Foundation city - parte 1 (pp. 59-71).
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