A partire da una riflessione sulla natura abitativa contemporanea che vede nella casa una “base” piuttosto che un luogo abitativo classico, il libro propone una rassegna critica delle sperimentazioni condotte in Olanda sul tema della casa urbana. La ricca produzione di edilizia residenziale pubblica e no che a partire dagli anni ’90 è diventata un modello mondiale grazie ai progetti di studi oggi notissimi come MVRDV, NL Architects, West8, Mecanoo solo per citarne alcuni, viene qui presentata e illustrata individuandone le strategie progettuali più ricorrenti piuttosto che classificandola secondo categorie tipologiche o morfologiche. Nella seconda parte del volume invece, l’autrice ricostruisce una genealogia delle medesime strategie indicando nel cospicuo patrimonio culturale del Team X, l’humus progettuale di gran parte delle esperienze architettoniche presentate. Ecco allora riemergere in una chiave nuova, vale a dire riattualizzata e pertanto non banalmente storicizzata, i concetti urbani di cluster, stem o mat building inventati da architetti oggi poco studiati in Italia – Bakema, Van Eyck, Candilis-Josic- Woods, i coniugi Smithson, Hertzberger et al.
Farina, M. (2012). Spazi e figure dell'abitare. Il progetto della residenza contemporanea in Olanda. Macerata : Quodlibet srl.
Spazi e figure dell'abitare. Il progetto della residenza contemporanea in Olanda
FARINA, MILENA
2012-01-01
Abstract
A partire da una riflessione sulla natura abitativa contemporanea che vede nella casa una “base” piuttosto che un luogo abitativo classico, il libro propone una rassegna critica delle sperimentazioni condotte in Olanda sul tema della casa urbana. La ricca produzione di edilizia residenziale pubblica e no che a partire dagli anni ’90 è diventata un modello mondiale grazie ai progetti di studi oggi notissimi come MVRDV, NL Architects, West8, Mecanoo solo per citarne alcuni, viene qui presentata e illustrata individuandone le strategie progettuali più ricorrenti piuttosto che classificandola secondo categorie tipologiche o morfologiche. Nella seconda parte del volume invece, l’autrice ricostruisce una genealogia delle medesime strategie indicando nel cospicuo patrimonio culturale del Team X, l’humus progettuale di gran parte delle esperienze architettoniche presentate. Ecco allora riemergere in una chiave nuova, vale a dire riattualizzata e pertanto non banalmente storicizzata, i concetti urbani di cluster, stem o mat building inventati da architetti oggi poco studiati in Italia – Bakema, Van Eyck, Candilis-Josic- Woods, i coniugi Smithson, Hertzberger et al.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.