A partire dalla trilogia sulla Prima guerra mondiale di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi – Prigionieri della guerra, Su tutte le vette è pace, e Oh uomo! – il saggio vuole riflettere sulla materialità e la corporeità delle immagini rifilmate dai registi; sulla loro temporalità particolare, ovvero la loro riattualizzazione attraverso la camera; sul concetto di archivio, inteso come archivio mobile e vivente, raddoppiato a partire dalla creazione di un proprio corpus di memorie. Riguardo queste tre questioni, materialità dell’immagine, temporalità da “antico presente” e archivio vivente, gli autori citano come ispiratori all’origine del loro lavoro Aby Warburg e Walter Benjamin. Per il primo, ci si occuperà del concetto di Nachleben, sopravvivenza, secondo cui attraverso le immagini il passato si rimette in movimento, e che sottolinea le sedimentazioni successive di significati. Per il secondo, Benjamin, dell’idea di immagine dialettica, un’immagine che possiede due facce, la presenza e la rappresentazione, in un modello temporale che privilegia le rotture alla continuità e in cui il passato ritorna sempre come possibilità.
Angelucci, D., Delage, C., Ferrari, F., Fresia, P., Godfrey, M., Grazioli, E., et al. (2016). Ricordare, ripetere, rifilmare: le immagini di Gianikian e Ricci Lucchi. In E. GRAZIOLI, R. PANATTONI (a cura di), Sovrapposizioni. Memoria, trasparenze, accostamenti (pp. 125-138). MIlano : Moretti & Vitali.
Ricordare, ripetere, rifilmare: le immagini di Gianikian e Ricci Lucchi
ANGELUCCI, DANIELA;
2016-01-01
Abstract
A partire dalla trilogia sulla Prima guerra mondiale di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi – Prigionieri della guerra, Su tutte le vette è pace, e Oh uomo! – il saggio vuole riflettere sulla materialità e la corporeità delle immagini rifilmate dai registi; sulla loro temporalità particolare, ovvero la loro riattualizzazione attraverso la camera; sul concetto di archivio, inteso come archivio mobile e vivente, raddoppiato a partire dalla creazione di un proprio corpus di memorie. Riguardo queste tre questioni, materialità dell’immagine, temporalità da “antico presente” e archivio vivente, gli autori citano come ispiratori all’origine del loro lavoro Aby Warburg e Walter Benjamin. Per il primo, ci si occuperà del concetto di Nachleben, sopravvivenza, secondo cui attraverso le immagini il passato si rimette in movimento, e che sottolinea le sedimentazioni successive di significati. Per il secondo, Benjamin, dell’idea di immagine dialettica, un’immagine che possiede due facce, la presenza e la rappresentazione, in un modello temporale che privilegia le rotture alla continuità e in cui il passato ritorna sempre come possibilità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.