G. has more than fifty years and has exceeded the time limit for hoping: he has a life sentence and his imprisonment will never end. That ‘never’ has given his life a sequenced rhythm, exasperated by a prison device that the media remind us as "dehumanizing". In an existential journey so strongly compromised, in which the rehabilitation possibilities are reduced, what can means, in terms of "educational benefits", the relationship with a young tutor in a learning process? This paper aims to answer this question, highlighting, also by telling an experience, tutorship’s resources and potential in contexts highly characterized as the prison. The purpose is to outline a possible model that takes into account the approaches of the scientific literature, emphasizing the important role of the tutor in inclusive practices.

G. ha superato i cinquant’anni e quel limite di tempo detentivo che nutre la speranza: è un fine pena mai. Quel mai ha impresso alla sua vita un ritmo cadenzato, esasperato da un dispositivo carcerario che la cronaca ci restituisce come “disumanizzante”. In un percorso esistenziale così fortemente compromesso, in cui i margini di recupero sono ridotti, cosa può comportare in termini di “benefici educativi” la relazione con un giovane tutor all’interno di un processo di apprendimento? Il contributo intende rispondere a tale interrogativo, mettendo in luce, anche attraverso la narrazione di un’esperienza, le risorse e le potenzialità della tutorship in contesti fortemente caratterizzati come il carcere. Scopo è arrivare a tratteggiare un possibile modello che tenga conto degli approcci della letteratura scientifica di riferimento, sottolineando l’importante funzione del tutor nelle pratiche inclusive.

Zizioli, E. (2014). L'adulto recluso e il giovane tutor: quale modello di tutorship?. In M. Corsi (a cura di), La ricerca pedagogica in Italia. Tra innovazione e internazionalizzazione (pp. 335-342). Lecce - Rovato (BS) : Pensa MultiMedia.

L'adulto recluso e il giovane tutor: quale modello di tutorship?

ZIZIOLI, ELENA
2014-01-01

Abstract

G. has more than fifty years and has exceeded the time limit for hoping: he has a life sentence and his imprisonment will never end. That ‘never’ has given his life a sequenced rhythm, exasperated by a prison device that the media remind us as "dehumanizing". In an existential journey so strongly compromised, in which the rehabilitation possibilities are reduced, what can means, in terms of "educational benefits", the relationship with a young tutor in a learning process? This paper aims to answer this question, highlighting, also by telling an experience, tutorship’s resources and potential in contexts highly characterized as the prison. The purpose is to outline a possible model that takes into account the approaches of the scientific literature, emphasizing the important role of the tutor in inclusive practices.
2014
9788867601943
G. ha superato i cinquant’anni e quel limite di tempo detentivo che nutre la speranza: è un fine pena mai. Quel mai ha impresso alla sua vita un ritmo cadenzato, esasperato da un dispositivo carcerario che la cronaca ci restituisce come “disumanizzante”. In un percorso esistenziale così fortemente compromesso, in cui i margini di recupero sono ridotti, cosa può comportare in termini di “benefici educativi” la relazione con un giovane tutor all’interno di un processo di apprendimento? Il contributo intende rispondere a tale interrogativo, mettendo in luce, anche attraverso la narrazione di un’esperienza, le risorse e le potenzialità della tutorship in contesti fortemente caratterizzati come il carcere. Scopo è arrivare a tratteggiare un possibile modello che tenga conto degli approcci della letteratura scientifica di riferimento, sottolineando l’importante funzione del tutor nelle pratiche inclusive.
G. a dépassé l'âge de cinquante ans, et le délai de la détention qui espère: c’est une punition sans fin jamais. Qui n’a jamais donné sa vie à un rythme saccadé, exaspéré par un dispositif de prison qui nous donne le record de "déshumanisation". Dans un parcours existentiel si fortement compromis, où les marges de récupération sont réduits, ce qui peut entraîner en termes de «éducatif avantages" relation avec un tutor dans un processus d'apprentissage? Le document vise à répondre à cette question, en soulignant, à travers la narration de l'expérience, les ressources et le potentiel de tutelle dans hautement qualifié la prison. L'objectif est d'arriver à définir un modèle possible qui prend en compte les approches de la référence de la littérature scientifique, mettant l'accent sur l'importance du rôle du tutor dans les pratiques inclusives.
Zizioli, E. (2014). L'adulto recluso e il giovane tutor: quale modello di tutorship?. In M. Corsi (a cura di), La ricerca pedagogica in Italia. Tra innovazione e internazionalizzazione (pp. 335-342). Lecce - Rovato (BS) : Pensa MultiMedia.
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