Il romanzo di Goethe “Le affinità elettive” sembrerebbe rappresentare l’eros come una forza ineluttabile che sottostà alla necessità naturale e alla casualità degli accostamenti tra entità fisiche, travolgendo l’istituto razionale del matrimonio. Oggi l’opera viene percepita come un classico del romanzo d’adulterio dell’Ottocento, che tuttavia ostenta tante figurazioni apertamente enigmatiche. Le due storie d’amore su cui si incentra il plot si trovano impigliate in una foresta di richiami simbolici. Per la rappresentazione del cruciale amplesso che si trova a metà del romanzo, quando il barone Edoardo e sua moglie Charlotte si trovano a unirsi carnalmente immaginando ciascuno di avere tra le braccia il proprio amante, si è parlato troppo spesso di “adulterio nel letto matrimoniale”, come se il problema fosse la fedeltà coniugale. In realtà la scena costituisce uno scacco per l’antropologia ‘pagana’ di Goethe e di tutto il classicismo tedesco: è la scissione tra fisico e psichico, che Goethe ritiene essere uno dei più preoccupanti contrassegni della società moderna. E di questa scissione porterà il segno, con un’idea narrativa geniale quanto inquietante, il bambino che nasce da quell’amplesso, non somigliando ai genitori, ma ai due loro amanti. Si tratta allora di indagare non solo la scena erotica, ma anche e soprattutto ciò che la collega alle implicazioni più impegnative di un romanzo che dietro la scena fa i conti con il traumatico trapasso culturale in corso nella realtà tedesca dopo il 1806, con la fine del Sacro Romano Impero, l’invasione francese, l’ingresso nella dinamica rivoluzionaria/napoleonica da cui l’assolutismo illuminato dei piccoli territori tedeschi era stato fin allora risparmiato.
Sampaolo, G. (2016). Dietro la scena. Contraddizioni erotiche nelle "Affinità elettive" di Goethe. In Giovanna Mochi (a cura di), La scena erotica nel romanzo (pp. 103-118). Pisa : Pacini.
Dietro la scena. Contraddizioni erotiche nelle "Affinità elettive" di Goethe
SAMPAOLO, GIOVANNI
2016-01-01
Abstract
Il romanzo di Goethe “Le affinità elettive” sembrerebbe rappresentare l’eros come una forza ineluttabile che sottostà alla necessità naturale e alla casualità degli accostamenti tra entità fisiche, travolgendo l’istituto razionale del matrimonio. Oggi l’opera viene percepita come un classico del romanzo d’adulterio dell’Ottocento, che tuttavia ostenta tante figurazioni apertamente enigmatiche. Le due storie d’amore su cui si incentra il plot si trovano impigliate in una foresta di richiami simbolici. Per la rappresentazione del cruciale amplesso che si trova a metà del romanzo, quando il barone Edoardo e sua moglie Charlotte si trovano a unirsi carnalmente immaginando ciascuno di avere tra le braccia il proprio amante, si è parlato troppo spesso di “adulterio nel letto matrimoniale”, come se il problema fosse la fedeltà coniugale. In realtà la scena costituisce uno scacco per l’antropologia ‘pagana’ di Goethe e di tutto il classicismo tedesco: è la scissione tra fisico e psichico, che Goethe ritiene essere uno dei più preoccupanti contrassegni della società moderna. E di questa scissione porterà il segno, con un’idea narrativa geniale quanto inquietante, il bambino che nasce da quell’amplesso, non somigliando ai genitori, ma ai due loro amanti. Si tratta allora di indagare non solo la scena erotica, ma anche e soprattutto ciò che la collega alle implicazioni più impegnative di un romanzo che dietro la scena fa i conti con il traumatico trapasso culturale in corso nella realtà tedesca dopo il 1806, con la fine del Sacro Romano Impero, l’invasione francese, l’ingresso nella dinamica rivoluzionaria/napoleonica da cui l’assolutismo illuminato dei piccoli territori tedeschi era stato fin allora risparmiato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.