L’assunto alla base di questo articolo è che le caratteristiche essenziali della comunicazione umana siano individuabili sul piano del discorso. Nello specifico, la nostra proposta è che il linguaggio abbia una natura eminentemente narrativa. Nell’ottica cognitiva in cui si colloca la nostra riflessione, il riferimento al piano narrativo comporta due ordini di considerazioni: la prima è che la capacità di elaborare la struttura in costituenti della frase (microanalisi) non possa essere considerata condizione sufficiente a garantire il funzionamento corretto del processo comunicativo; la seconda è che le proprietà e i sistemi cognitivi che presiedono alla produzione-comprensione del discorso (macroanalisi) debbano essere di natura molto diversa da quelli ipotizzati dai fautori del primato accordato all’analisi in costituenti della frase. Seguendo questo ordine di considerazioni, l’ipotesi che avanziamo è che la narrazione abbia un carattere intrinsecamente temporale e che l’elaborazione narrativa sfrutti le capacità di proiezione nel tempo di uno specifico dispositivo cognitivo: il Mental Time Travel.
Chiera, A., Adornetti, I., Nicchiarelli, S., Ferretti, F. (2017). Linguaggio, tempo e narrazione. In R.F. Adriano Bertollini (a cura di), Soglie del linguaggio. Corpo, mondi, società (pp. 31-45). Roma : RomaTre-Press.
Linguaggio, tempo e narrazione
CHIERA, ALESSANDRA;ADORNETTI, INES;NICCHIARELLI, SERENA;FERRETTI, FRANCESCO
2017-01-01
Abstract
L’assunto alla base di questo articolo è che le caratteristiche essenziali della comunicazione umana siano individuabili sul piano del discorso. Nello specifico, la nostra proposta è che il linguaggio abbia una natura eminentemente narrativa. Nell’ottica cognitiva in cui si colloca la nostra riflessione, il riferimento al piano narrativo comporta due ordini di considerazioni: la prima è che la capacità di elaborare la struttura in costituenti della frase (microanalisi) non possa essere considerata condizione sufficiente a garantire il funzionamento corretto del processo comunicativo; la seconda è che le proprietà e i sistemi cognitivi che presiedono alla produzione-comprensione del discorso (macroanalisi) debbano essere di natura molto diversa da quelli ipotizzati dai fautori del primato accordato all’analisi in costituenti della frase. Seguendo questo ordine di considerazioni, l’ipotesi che avanziamo è che la narrazione abbia un carattere intrinsecamente temporale e che l’elaborazione narrativa sfrutti le capacità di proiezione nel tempo di uno specifico dispositivo cognitivo: il Mental Time Travel.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.