Il rapporto tra cinema e fotografia in Antonioni è indagato alla luce dei concetti di anacronismo (Didi-Huberman) e di rimediazione (Bolter e Grusin). L’immagine di Antonioni trova nella fotografia, oltre che nell’arte figurativa, la propria matrice linguistica e storica. L’atto dell’osservare prevale sulla narrazione ed è attraversato da una conflittualità continua tra i due principi che presiedono rispettivamente alla fotografia e al cinema: la stasi e il movimento, l’istante e la durata, il passato e il presente. Dopo aver analizzato lo sguardo di Antonioni in relazione alla percezione dello spazio e del tempo - rifacendoci ad alcune riflessioni di Deleuze e di Gianni Celati -, si prende in esame la sua idea dell’immagine come traccia fotografica del reale, come indice, vero e al tempo stesso falso, di un mondo sottratto sia alla mimesi sia alla drammatizzazione, che si riduce allo stupore e al mistero della propria materia sensibile. In un quadro di incessante sperimentazione delle tecnologie visive, nuove e antiche, e di vivace confronto con le tendenze dell’arte contemporanea, si mette in rilievo la dialettica continua tra astrazione e concretezza, tra immagine e immaginazione, tra fisicità e concettualità, che attraversa l’opera di Antonioni.
Stefania Parigi (2017). Antonioni: Eu sou una Maquina fotografica. In Adriano Aprà (a cura di), Aventura Antonioni (pp. 211-217). Rio de Janeiro : Centro Cultural Banco do Brasil-Ministério da Cultura-Voa!.
Titolo: | Antonioni: Eu sou una Maquina fotografica | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2017 | |
Citazione: | Stefania Parigi (2017). Antonioni: Eu sou una Maquina fotografica. In Adriano Aprà (a cura di), Aventura Antonioni (pp. 211-217). Rio de Janeiro : Centro Cultural Banco do Brasil-Ministério da Cultura-Voa!. | |
Abstract: | Il rapporto tra cinema e fotografia in Antonioni è indagato alla luce dei concetti di anacronismo (Didi-Huberman) e di rimediazione (Bolter e Grusin). L’immagine di Antonioni trova nella fotografia, oltre che nell’arte figurativa, la propria matrice linguistica e storica. L’atto dell’osservare prevale sulla narrazione ed è attraversato da una conflittualità continua tra i due principi che presiedono rispettivamente alla fotografia e al cinema: la stasi e il movimento, l’istante e la durata, il passato e il presente. Dopo aver analizzato lo sguardo di Antonioni in relazione alla percezione dello spazio e del tempo - rifacendoci ad alcune riflessioni di Deleuze e di Gianni Celati -, si prende in esame la sua idea dell’immagine come traccia fotografica del reale, come indice, vero e al tempo stesso falso, di un mondo sottratto sia alla mimesi sia alla drammatizzazione, che si riduce allo stupore e al mistero della propria materia sensibile. In un quadro di incessante sperimentazione delle tecnologie visive, nuove e antiche, e di vivace confronto con le tendenze dell’arte contemporanea, si mette in rilievo la dialettica continua tra astrazione e concretezza, tra immagine e immaginazione, tra fisicità e concettualità, che attraversa l’opera di Antonioni. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11590/320340 | |
ISBN: | 978-85-67153-02-5 | |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |