Tra Sette e Ottocento sempre più numerosi artisti, scienziati e letterati scandinavi orientano i loro viaggi di studio verso l’Italia, per studiare il mondo Antico, aggiornare linguaggi e cifre stilistiche, contemplare le mitizzate terre del Sud: dal grande scultore svedese Johan Tobias Sergel al novellista danese Hans Christian Andersen (“Le acque verdi del Baltico non diventano mai azzurre come lo splendido Mediterraneo, il cielo del Nord non è mai così alto, così ricco di colori come nel caldo, splendido Sud ”), fino allo stesso re di Svezia Gustavo III, protagonista di un’epocale viaggio in Italia nel 1783-84, origine di una vasta campagna di acquisizione di antichità ellenistiche e romane, raccolte dal 1792 nel primo museo pubblico svedese, l’Antikmuseum nel Palazzo Reale di Stoccolma. Nel 1780-82, il critico d’arte e architetto neoclassico Carl August Ehrensvärd (1745-1800) intraprende un lungo viaggio in Italia, che documenta meticolosamente con schizzi e diari, poi pubblicati nel 1786 nel suo celebre Resa till Italien 1780, 1781, 1782 [Viaggio in Italia]. Nella primavera del 1781 raggiunge la Sicilia, impressionato dalla vitalità di Palermo, dalla valle dei Templi di Agrigento, di cui lascia eccezionali acquerelli, toccando anche Malta, Pozzallo, Siracusa, Catania, Augusta, l’Etna, Taormina, le isole Eolie. L’interesse in primo luogo archeologico e artistico, ma anche preromanticamente rivolto verso il contesto antropologico e paesaggistico della Penisola e in particolare della Sicilia, determina la maturazione nella cultura neoclassica svedese di un’ancestrale sentimento nostalgico e di una progressiva identificazione dell’Italia come meta e patria ideale dei popoli scandinavi: una patria perduta da riconquistare idealmente, che Ehrensvärd identifica proprio nella terra siciliana.
Sturm, S. (2017). “Resa til Italien”. Il viaggio in Sicilia di Carl August Ehrensvärd nel 1781. In M.R.V. Paola Barbera (a cura di), Architetti in viaggio: la Sicilia nello sguardo degli altri (pp. 84-103). Siracusa : LetteraVentidue.
“Resa til Italien”. Il viaggio in Sicilia di Carl August Ehrensvärd nel 1781
Sturm, S.
2017-01-01
Abstract
Tra Sette e Ottocento sempre più numerosi artisti, scienziati e letterati scandinavi orientano i loro viaggi di studio verso l’Italia, per studiare il mondo Antico, aggiornare linguaggi e cifre stilistiche, contemplare le mitizzate terre del Sud: dal grande scultore svedese Johan Tobias Sergel al novellista danese Hans Christian Andersen (“Le acque verdi del Baltico non diventano mai azzurre come lo splendido Mediterraneo, il cielo del Nord non è mai così alto, così ricco di colori come nel caldo, splendido Sud ”), fino allo stesso re di Svezia Gustavo III, protagonista di un’epocale viaggio in Italia nel 1783-84, origine di una vasta campagna di acquisizione di antichità ellenistiche e romane, raccolte dal 1792 nel primo museo pubblico svedese, l’Antikmuseum nel Palazzo Reale di Stoccolma. Nel 1780-82, il critico d’arte e architetto neoclassico Carl August Ehrensvärd (1745-1800) intraprende un lungo viaggio in Italia, che documenta meticolosamente con schizzi e diari, poi pubblicati nel 1786 nel suo celebre Resa till Italien 1780, 1781, 1782 [Viaggio in Italia]. Nella primavera del 1781 raggiunge la Sicilia, impressionato dalla vitalità di Palermo, dalla valle dei Templi di Agrigento, di cui lascia eccezionali acquerelli, toccando anche Malta, Pozzallo, Siracusa, Catania, Augusta, l’Etna, Taormina, le isole Eolie. L’interesse in primo luogo archeologico e artistico, ma anche preromanticamente rivolto verso il contesto antropologico e paesaggistico della Penisola e in particolare della Sicilia, determina la maturazione nella cultura neoclassica svedese di un’ancestrale sentimento nostalgico e di una progressiva identificazione dell’Italia come meta e patria ideale dei popoli scandinavi: una patria perduta da riconquistare idealmente, che Ehrensvärd identifica proprio nella terra siciliana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.