Il lavoro del sociologo non può prescindere dall’uso dello sguardo, dall’osservazione di ciò che accade e dal tentativo di provare a “restituire” in qualche modo quella parte di realtà sociale cui si sta interessando. Se già il vedere ha un rilevante valore sociologico, spesso messo da parte o non sufficientemente analizzato, la stretta interconnessione di visuale e linguistico compone l’attività sociologica stessa, un’attività pratica che nel suo intento descrittivo-interpretativo si avvale di determinate categorie e fa una serie di scelte che possono essere anche viste come piccoli esercizi di potere, che costituiscono ciò che descrivono mentre lo descrivono. Se l’iconic o pictorial turn ci spingesse, invece, a prendere le distanze dal rilievo che assume la dimensione linguistica, rivendicando l’autonomia di quella visuale e discutendo anche l’idea stessa di descrizione, si tratterebbe allora di mettere meglio a fuoco i compiti della sociologia. Questo volume dà spazio a diverse prospettive e cerca di approfondire alcuni aspetti epistemico-metodologici della ricerca visuale, proponendo inoltre alcune tecniche di integrazione tra scrittura accademica e dimensione visuale nella diffusione dei risultati di ricerca.
Spreafico, A., Sacchetti, F. (a cura di). (2017). Dimensioni visuali della pratica sociologica. Broni - Pavia (PV) : Edizioni Altravista.
Dimensioni visuali della pratica sociologica
Andrea, Spreafico
;SACCHETTI, FRANCESCO
2017-01-01
Abstract
Il lavoro del sociologo non può prescindere dall’uso dello sguardo, dall’osservazione di ciò che accade e dal tentativo di provare a “restituire” in qualche modo quella parte di realtà sociale cui si sta interessando. Se già il vedere ha un rilevante valore sociologico, spesso messo da parte o non sufficientemente analizzato, la stretta interconnessione di visuale e linguistico compone l’attività sociologica stessa, un’attività pratica che nel suo intento descrittivo-interpretativo si avvale di determinate categorie e fa una serie di scelte che possono essere anche viste come piccoli esercizi di potere, che costituiscono ciò che descrivono mentre lo descrivono. Se l’iconic o pictorial turn ci spingesse, invece, a prendere le distanze dal rilievo che assume la dimensione linguistica, rivendicando l’autonomia di quella visuale e discutendo anche l’idea stessa di descrizione, si tratterebbe allora di mettere meglio a fuoco i compiti della sociologia. Questo volume dà spazio a diverse prospettive e cerca di approfondire alcuni aspetti epistemico-metodologici della ricerca visuale, proponendo inoltre alcune tecniche di integrazione tra scrittura accademica e dimensione visuale nella diffusione dei risultati di ricerca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.