Il libro si propone di mettere in luce la rete di relazioni che, nell’attuale assetto socio-economico, legano la carica fantasmatica della potenza finanziaria all’ordine pulsionale di ciascun individuo. In tal modo l’epicentro del sistema economico vigente, cioè l’indebitamento, diventa anche il dispositivo che regola le forme predominanti di ogni relazione interpersonale, imponendo una modalità distruttiva di assoggettamento reciproco. L’invadenza di una tale pulsione di morte è analizzata, nel corso del libro, attraverso un ampio ventaglio di esperienze letterarie, artistiche e cinematografiche, che vanno da Saramago, Philip Roth, Yehoshua e DeLillo a Nan Goldin, Vanessa Beecroft e Lars von Trier. Contro un’istanza di questo tipo esiste, però, un’alternativa: affidata a una strategia della distanza che, in luogo dell’appropriazione, propone un contenitore di potenziali legami in grado di preservare la singolarità di ciascuno. È la strada percorsa da Sebald, o sul piano artistico da Boltanski e Sophie Calle, sui quali si chiude il libro.
Mazzarella, A. (2017). Le relazioni pericolose. Sensazioni e sentimenti del nostro tempo. Torino : Bollati Boringhieri.
Le relazioni pericolose. Sensazioni e sentimenti del nostro tempo
Arturo Mazzarella
2017-01-01
Abstract
Il libro si propone di mettere in luce la rete di relazioni che, nell’attuale assetto socio-economico, legano la carica fantasmatica della potenza finanziaria all’ordine pulsionale di ciascun individuo. In tal modo l’epicentro del sistema economico vigente, cioè l’indebitamento, diventa anche il dispositivo che regola le forme predominanti di ogni relazione interpersonale, imponendo una modalità distruttiva di assoggettamento reciproco. L’invadenza di una tale pulsione di morte è analizzata, nel corso del libro, attraverso un ampio ventaglio di esperienze letterarie, artistiche e cinematografiche, che vanno da Saramago, Philip Roth, Yehoshua e DeLillo a Nan Goldin, Vanessa Beecroft e Lars von Trier. Contro un’istanza di questo tipo esiste, però, un’alternativa: affidata a una strategia della distanza che, in luogo dell’appropriazione, propone un contenitore di potenziali legami in grado di preservare la singolarità di ciascuno. È la strada percorsa da Sebald, o sul piano artistico da Boltanski e Sophie Calle, sui quali si chiude il libro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.