La stima del valore delle aziende, nelle diverse situazioni e per i molteplici scopi, è un tema centrale della dottrina economico-aziendale ed un problema rilevante della pratica professionale, tanto in Italia quanto all’estero. I numerosi contributi teorici, gli approfonditi studi e le complesse applica-zioni hanno condotto alla individuazione di requisiti e principi che condizio-nano ed ispirano la definizione delle diverse configurazioni di capitale e la scelta dei metodi applicabili per la relativa valutazione. Il presente lavoro si propone di analizzare le principali metodologie di determinazione del capitale economico delle Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane in ipotesi di trasferimento, ossia con mutazione del soggetto economico, identificando i metodi di stima più utilizzati dai periti e dalla pratica professionale in funzione della finalità valutativa, del grado di formalizzazione richiesto e del settore in cui opera l’azienda oggetto di valutazione. Le domande di ricerca sono fondamentalmente due: qual è il metodo di valutazione teoricamente più adatto a stimare il valore del capitale economico delle PMI? quali metodi valutativi sono utilizzati dai professionisti per definire il capitale economico delle PMI, a seconda della finalità valutativa, della tipologia di stima, ossia del grado di formalizzazione richiesto, e del settore di attività? La metodologia di ricerca utilizzata è di tipo empirico-deduttiva; infatti, affianco all’analisi della più autorevole dottrina italiana e straniera, sono state analizzate approfonditamente ben 100 perizie di stima del capitale economico diPMI. Si tratta di un campione hand-collected (raccolto a mano), né casuale né stratificato; pertanto, lo studio deve considerarsi esplorativo in quanto non è possibile conoscere l'intera popolazione di riferimento e, di conseguenza, i risultati ottenuti non sono generalizzabili. Tuttavia, tale indagine ha consentito: da un lato, di trarre alcuni elementi qualitativi e di rilievo dottrinale circa le difficoltà e il grado di applicabilità alle PMI di talune tecniche di stima e, dall’altro, di poter effettuare una indagine quantitativa che ha evidenziato le metodologie più utilizzate nelle PMI, individuando anche gli elementi che maggiormente incidono sulla loro scelta da parte dei professionisti incaricati di redigere una relazione peritale. Con l’intento sopra descritto si è deciso di strutturare il presente lavoro come di seguito brevemente descritto. I primi tre capitoli hanno l’obiettivo di inquadrare sistematicamente la problematica della valutazione del capitale economico nelle PMI. Nel primo capitolo, dopo aver definito la nozione di PMI, sono delineati i tratti distintivi di tali categorie di imprese e sono descritti i percorsi di sviluppo che esse intraprendono. Si analizzano le peculiarità dei sistemi di proprietà e controllo delle PMI, nonché le scelte di struttura del capitale con l’identificazione delle prevalenti fonti di finanziamento a cui fanno ricorso. Il capitolo 2 illustra dettagliatamente lo sviluppo dottrinale del concetto di capitale economico, a partire dalle origini rinvenibili nella dottrina tedesca ed italiana degli inizi del XX secolo sino agli sviluppi più recenti. Fa seguito un richiamo alla dottrina anglosassone e alle raccomandazioni della UEC/FEE in tema di valutazione d’azienda, con particolare riferimento alle PMI. È, inoltre, descritta la teoria di creazione del valore come approccio alla valutazione della performance mediante la misurazione del valore creato. Infine, si declina il concetto di capitale economico per adattarlo al contesto delle PMI ed accoglierne la seguente definizione: il capitale economico è quella particolare configurazione del capitale d’impresa che si intende determinare quando si valuti l’azienda nel suo complesso, ai fini del trasferimento della stessa e nell’ottica del perito indipendente. Il capitolo 3 introduce il lettore alle metodologie e al processo di valutazione del capitale economico, partendo dalla formula teorica del capitale economico, per poi illustrare brevemente i principali metodi valutativi. È dedicata particolare attenzione a due elementi imprescindibili nella valutazione del capiate economico: la determinazione dell’avviamento e le caratteristiche della struttura finanziaria; l’analisi di tali elementi, infatti, può far emergere caratteristiche dell’impresa significative per il processo di stima. Si è osservato poi come il Giudizio Integrato di Valutazione sia il processo valutativo da intraprendere per ottenere risultati credibili e dimostrabili; le formule di valutazione devono, pertanto, inserirsi in un più ampio quadro di informazioni, qualitative e quantitative, interne ed esterne, consuntive e preventive, che si integrino vicendevolmente. Successivamente, sono illustrate le principali caratteristiche delle varie tipologie di stima che il professionista può trovarsi ad effettuare, accorpandole in tre tipologie distinte in funzione del grado di formalizzazione richiesto. In tal senso si è utilizzata la distinzione in: stime informali, formali oppure ufficiali. Infine, è descritto il ruolo dell’esperto nel processo valutativo ed è proposta una breve descrizione dei Principi Italiani di Valutazione. I successivi cinque capitoli descrivono le principali metodologie di valutazione, rinviando nel dettaglio alla ampia bibliografia in argomento. Nell’ultimo paragrafo di ogni capitolo, però, sono proposte talune riflessioni, tratte dall’analisi qualitativa delle 100 perizie esaminate nell’indagine empirica, sull’applicabilità alle PMI dei metodi esposti. Inoltre, ogni capitolo e corredato da una appendice nella quale sono proposti degli stralci, ritenuti significativi, di tali perizie, al fine di dimostrare l’operato dei professionisti rispetto alle tematiche trattate nello stesso capitolo. Il capitolo 4 analizza i metodi diretti di valutazione, differenziando tra metodi diretti in senso stretto, che utilizzano i prezzi di mercato dell’azienda oppure di aziende similari per stimare il valore del capitale economico e metodi diretti fondati su moltiplicatori empirici. Sono, inoltre, descritti i metodi che prevedono l’impiego di moltiplicatori, di natura empirica, elaborati dalla prassi professionale condivisa e consolidata mediante un processo induttivo che fa perno su variabili di mercato. Il capitolo 5 analizza il metodo patrimoniale, distinguendo tra metodo patrimoniale semplice - che definisce il patrimonio netto rettificato attraverso l’espressione a valori correnti di sostituzione, ossia desunti dal mercato o definiti mediante stime, dei singoli elementi attivi e passivi del capitale - e metodo patrimoniale complesso, che aggiunge al valore del patrimonio netto rettificato il valore degli elementi immateriali non contabilizzati in bilancio, i quali giustificano e quantificano l’avviamento d’impresa. Il capitolo 6 è dedicato ai metodi fondamentali teorici basati su valori di flusso. Dopo aver presentato le tre formule fondamentali teoriche, ossia la formula reddituale, quella finanziaria e quella basata sui flussi di dividendo da distribuire, si illustrano le modalità di determinazione del tasso di sconto e di congrua remunerazione. I metodi indiretti semplificati, reddituali e finanziari, sono trattati nel capitolo 7. Le semplificazioni riguardano l’orizzonte temporale di riferimento e i flussi reddituali e finanziari impiegati. Sono delineate le modalità di previsione dei flussi, sia reddituali che finanziari. È trattata approfonditamente la procedura di normalizzazione del reddito, attraverso la quale la successione dei dati storici è resa omogenea, attendibile e rispondente a regole definite e costanti nel tempo. Il capitolo 8 presenta i metodi misti di valutazione, illustrando il metodo del valor medio, il metodo della valutazione autonoma dell’avviamento e il metodo EVA (Economic Value Added). È, inoltre, discussa la validità teorica dei metodi misti di valutazione, anche con l’ausilio di contributi scientifici internazionali. Infine, il capitolo 9 presenta i risultati quantitativi dell’indagine empirica condotta su 100 perizie di stima del capitale economico di PMI italiane, realizzate nel periodo compreso tra il 1978 e il 2017. Il lavoro termina con delle conclusioni che sintetizzano i risultati della ricerca condotta e che consentono di rispondere nel dettaglio alle domande di ricerca poste dagli autori in questa premessa.
Grandis, F.G., Palazzi, F. (2017). La valutazione del capitale economico nelle piccole e medie imprese. Torino : G. Giappichelli Editore.
La valutazione del capitale economico nelle piccole e medie imprese
Fabio Giulio Grandis;
2017-01-01
Abstract
La stima del valore delle aziende, nelle diverse situazioni e per i molteplici scopi, è un tema centrale della dottrina economico-aziendale ed un problema rilevante della pratica professionale, tanto in Italia quanto all’estero. I numerosi contributi teorici, gli approfonditi studi e le complesse applica-zioni hanno condotto alla individuazione di requisiti e principi che condizio-nano ed ispirano la definizione delle diverse configurazioni di capitale e la scelta dei metodi applicabili per la relativa valutazione. Il presente lavoro si propone di analizzare le principali metodologie di determinazione del capitale economico delle Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane in ipotesi di trasferimento, ossia con mutazione del soggetto economico, identificando i metodi di stima più utilizzati dai periti e dalla pratica professionale in funzione della finalità valutativa, del grado di formalizzazione richiesto e del settore in cui opera l’azienda oggetto di valutazione. Le domande di ricerca sono fondamentalmente due: qual è il metodo di valutazione teoricamente più adatto a stimare il valore del capitale economico delle PMI? quali metodi valutativi sono utilizzati dai professionisti per definire il capitale economico delle PMI, a seconda della finalità valutativa, della tipologia di stima, ossia del grado di formalizzazione richiesto, e del settore di attività? La metodologia di ricerca utilizzata è di tipo empirico-deduttiva; infatti, affianco all’analisi della più autorevole dottrina italiana e straniera, sono state analizzate approfonditamente ben 100 perizie di stima del capitale economico diPMI. Si tratta di un campione hand-collected (raccolto a mano), né casuale né stratificato; pertanto, lo studio deve considerarsi esplorativo in quanto non è possibile conoscere l'intera popolazione di riferimento e, di conseguenza, i risultati ottenuti non sono generalizzabili. Tuttavia, tale indagine ha consentito: da un lato, di trarre alcuni elementi qualitativi e di rilievo dottrinale circa le difficoltà e il grado di applicabilità alle PMI di talune tecniche di stima e, dall’altro, di poter effettuare una indagine quantitativa che ha evidenziato le metodologie più utilizzate nelle PMI, individuando anche gli elementi che maggiormente incidono sulla loro scelta da parte dei professionisti incaricati di redigere una relazione peritale. Con l’intento sopra descritto si è deciso di strutturare il presente lavoro come di seguito brevemente descritto. I primi tre capitoli hanno l’obiettivo di inquadrare sistematicamente la problematica della valutazione del capitale economico nelle PMI. Nel primo capitolo, dopo aver definito la nozione di PMI, sono delineati i tratti distintivi di tali categorie di imprese e sono descritti i percorsi di sviluppo che esse intraprendono. Si analizzano le peculiarità dei sistemi di proprietà e controllo delle PMI, nonché le scelte di struttura del capitale con l’identificazione delle prevalenti fonti di finanziamento a cui fanno ricorso. Il capitolo 2 illustra dettagliatamente lo sviluppo dottrinale del concetto di capitale economico, a partire dalle origini rinvenibili nella dottrina tedesca ed italiana degli inizi del XX secolo sino agli sviluppi più recenti. Fa seguito un richiamo alla dottrina anglosassone e alle raccomandazioni della UEC/FEE in tema di valutazione d’azienda, con particolare riferimento alle PMI. È, inoltre, descritta la teoria di creazione del valore come approccio alla valutazione della performance mediante la misurazione del valore creato. Infine, si declina il concetto di capitale economico per adattarlo al contesto delle PMI ed accoglierne la seguente definizione: il capitale economico è quella particolare configurazione del capitale d’impresa che si intende determinare quando si valuti l’azienda nel suo complesso, ai fini del trasferimento della stessa e nell’ottica del perito indipendente. Il capitolo 3 introduce il lettore alle metodologie e al processo di valutazione del capitale economico, partendo dalla formula teorica del capitale economico, per poi illustrare brevemente i principali metodi valutativi. È dedicata particolare attenzione a due elementi imprescindibili nella valutazione del capiate economico: la determinazione dell’avviamento e le caratteristiche della struttura finanziaria; l’analisi di tali elementi, infatti, può far emergere caratteristiche dell’impresa significative per il processo di stima. Si è osservato poi come il Giudizio Integrato di Valutazione sia il processo valutativo da intraprendere per ottenere risultati credibili e dimostrabili; le formule di valutazione devono, pertanto, inserirsi in un più ampio quadro di informazioni, qualitative e quantitative, interne ed esterne, consuntive e preventive, che si integrino vicendevolmente. Successivamente, sono illustrate le principali caratteristiche delle varie tipologie di stima che il professionista può trovarsi ad effettuare, accorpandole in tre tipologie distinte in funzione del grado di formalizzazione richiesto. In tal senso si è utilizzata la distinzione in: stime informali, formali oppure ufficiali. Infine, è descritto il ruolo dell’esperto nel processo valutativo ed è proposta una breve descrizione dei Principi Italiani di Valutazione. I successivi cinque capitoli descrivono le principali metodologie di valutazione, rinviando nel dettaglio alla ampia bibliografia in argomento. Nell’ultimo paragrafo di ogni capitolo, però, sono proposte talune riflessioni, tratte dall’analisi qualitativa delle 100 perizie esaminate nell’indagine empirica, sull’applicabilità alle PMI dei metodi esposti. Inoltre, ogni capitolo e corredato da una appendice nella quale sono proposti degli stralci, ritenuti significativi, di tali perizie, al fine di dimostrare l’operato dei professionisti rispetto alle tematiche trattate nello stesso capitolo. Il capitolo 4 analizza i metodi diretti di valutazione, differenziando tra metodi diretti in senso stretto, che utilizzano i prezzi di mercato dell’azienda oppure di aziende similari per stimare il valore del capitale economico e metodi diretti fondati su moltiplicatori empirici. Sono, inoltre, descritti i metodi che prevedono l’impiego di moltiplicatori, di natura empirica, elaborati dalla prassi professionale condivisa e consolidata mediante un processo induttivo che fa perno su variabili di mercato. Il capitolo 5 analizza il metodo patrimoniale, distinguendo tra metodo patrimoniale semplice - che definisce il patrimonio netto rettificato attraverso l’espressione a valori correnti di sostituzione, ossia desunti dal mercato o definiti mediante stime, dei singoli elementi attivi e passivi del capitale - e metodo patrimoniale complesso, che aggiunge al valore del patrimonio netto rettificato il valore degli elementi immateriali non contabilizzati in bilancio, i quali giustificano e quantificano l’avviamento d’impresa. Il capitolo 6 è dedicato ai metodi fondamentali teorici basati su valori di flusso. Dopo aver presentato le tre formule fondamentali teoriche, ossia la formula reddituale, quella finanziaria e quella basata sui flussi di dividendo da distribuire, si illustrano le modalità di determinazione del tasso di sconto e di congrua remunerazione. I metodi indiretti semplificati, reddituali e finanziari, sono trattati nel capitolo 7. Le semplificazioni riguardano l’orizzonte temporale di riferimento e i flussi reddituali e finanziari impiegati. Sono delineate le modalità di previsione dei flussi, sia reddituali che finanziari. È trattata approfonditamente la procedura di normalizzazione del reddito, attraverso la quale la successione dei dati storici è resa omogenea, attendibile e rispondente a regole definite e costanti nel tempo. Il capitolo 8 presenta i metodi misti di valutazione, illustrando il metodo del valor medio, il metodo della valutazione autonoma dell’avviamento e il metodo EVA (Economic Value Added). È, inoltre, discussa la validità teorica dei metodi misti di valutazione, anche con l’ausilio di contributi scientifici internazionali. Infine, il capitolo 9 presenta i risultati quantitativi dell’indagine empirica condotta su 100 perizie di stima del capitale economico di PMI italiane, realizzate nel periodo compreso tra il 1978 e il 2017. Il lavoro termina con delle conclusioni che sintetizzano i risultati della ricerca condotta e che consentono di rispondere nel dettaglio alle domande di ricerca poste dagli autori in questa premessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.