La Politica agricola comune (Pac) è uno dei dossier più caldi del nuovo Quadro finanziario pluriennale, più di altri influenzato dalle incertezze conseguenti alla Brexit e alla crisi del modello di globalizzazione basato sulla liberalizzazione multilaterale. Parallelamente alla miniriforma del pacchetto Omnibus, a fine 2017 è uscita la comunicazione della Commissione sulla futura Pac, un documento cauto, che tuttavia propone tre linee guida importanti: un maggior margine per gli Stati membri di adattare la Pac alle proprie esigenze, con un piano strategico redatto a livello nazionale; l’approccio basato sui risultati e sulla loro misurazione; la possibilità di introdurre il cofinanziamento nazionale del primo pilastro della Pac. Di fronte a tali sfide l’Italia – penalizzata da un meccanismo di convergenza dei pagamenti diretti basato sulla superficie agricola – dovrebbe evitare un approccio difensivo, orientando con determinazione la propria posizione su tre priorità: (1) provare a disinnescare o modificare la convergenza esterna, senza tuttavia rischiare l’isolamento e lavorando a possibili correttivi; (2) accettare la possibilità del cofinanziamento del primo pilastro della Pac, come corretto corollario di un maggior grado di sussidiarietà; (3) lavorare da subito per rendere operativo un approccio basato sui risultati nell’ambito del proprio sistema di governance e competenze di politica agraria.
DE FILIPPIS, F. (2018). Il futuro della Politica agricola comune nel prossimo Quadro finanziario pluriennale,. Roma : Istituto affari internazionali.
Il futuro della Politica agricola comune nel prossimo Quadro finanziario pluriennale,
Fabrizio De Filippis
2018-01-01
Abstract
La Politica agricola comune (Pac) è uno dei dossier più caldi del nuovo Quadro finanziario pluriennale, più di altri influenzato dalle incertezze conseguenti alla Brexit e alla crisi del modello di globalizzazione basato sulla liberalizzazione multilaterale. Parallelamente alla miniriforma del pacchetto Omnibus, a fine 2017 è uscita la comunicazione della Commissione sulla futura Pac, un documento cauto, che tuttavia propone tre linee guida importanti: un maggior margine per gli Stati membri di adattare la Pac alle proprie esigenze, con un piano strategico redatto a livello nazionale; l’approccio basato sui risultati e sulla loro misurazione; la possibilità di introdurre il cofinanziamento nazionale del primo pilastro della Pac. Di fronte a tali sfide l’Italia – penalizzata da un meccanismo di convergenza dei pagamenti diretti basato sulla superficie agricola – dovrebbe evitare un approccio difensivo, orientando con determinazione la propria posizione su tre priorità: (1) provare a disinnescare o modificare la convergenza esterna, senza tuttavia rischiare l’isolamento e lavorando a possibili correttivi; (2) accettare la possibilità del cofinanziamento del primo pilastro della Pac, come corretto corollario di un maggior grado di sussidiarietà; (3) lavorare da subito per rendere operativo un approccio basato sui risultati nell’ambito del proprio sistema di governance e competenze di politica agraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.