Il nome di Urbano Monte è recentemente tornato alla ribalta poiché nel settembre del 2017 una copia interamente manoscritta della sua opera geocartografica, ossia il Trattato universale descrittione e sito de tutta la Terra sin qui conosciuta, è stata acquistata dal famoso collezionista americano David Rumsey che ne ha digitalizzato e reso disponibili le carte nella omonima collezione1. Il David Rumsey Map Center ha così portato a compimento il progetto cartografico dello studioso milanese componendo il suo grande planisfero di circa tre metri di diametro di cui, recedentemente, era noto solo il modello grazie a piccole tavole d’insieme inserite nelle varie copie dell’opera2. Qualche anno fa dedicammo un lungo studio a Urbano Monte e ai suoi prodotti; da allora, anche grazie alla possibilità di visionare l’esemplare appena citato da tempo inaccessibile, sono emerse alcune novità che verranno trattate in questo saggio, ma farlo presuppone necessariamente riprendere argomentazioni d’insieme per poter comprendere l’intera vicenda e i vari passaggi che portarono Monte a elaborare i suoi famosi planisferi tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento3. In questo catalogo ragionato di carte a stampa, dunque, non ci addentreremo nella dettagliata descrizione delle copie disponibili, ma dovremo accennarvi e trattarle brevemente perché contengono differenti stadi di lavorazione dei mapamondi montiani con significative differenze.
D'Ascenzo, A. (2018). I più grandi planisferi in proiezione polare della prima età moderna (XVI-XVII secolo). In F.R. Stefano Bifolco (a cura di), Cartografia e topografia italiana del XVI secolo. Catalogo ragionato delle opere a stampa (pp. 165-185). Roma : Edizioni Antiquarius.
I più grandi planisferi in proiezione polare della prima età moderna (XVI-XVII secolo)
Annalisa D'Ascenzo
Investigation
2018-01-01
Abstract
Il nome di Urbano Monte è recentemente tornato alla ribalta poiché nel settembre del 2017 una copia interamente manoscritta della sua opera geocartografica, ossia il Trattato universale descrittione e sito de tutta la Terra sin qui conosciuta, è stata acquistata dal famoso collezionista americano David Rumsey che ne ha digitalizzato e reso disponibili le carte nella omonima collezione1. Il David Rumsey Map Center ha così portato a compimento il progetto cartografico dello studioso milanese componendo il suo grande planisfero di circa tre metri di diametro di cui, recedentemente, era noto solo il modello grazie a piccole tavole d’insieme inserite nelle varie copie dell’opera2. Qualche anno fa dedicammo un lungo studio a Urbano Monte e ai suoi prodotti; da allora, anche grazie alla possibilità di visionare l’esemplare appena citato da tempo inaccessibile, sono emerse alcune novità che verranno trattate in questo saggio, ma farlo presuppone necessariamente riprendere argomentazioni d’insieme per poter comprendere l’intera vicenda e i vari passaggi che portarono Monte a elaborare i suoi famosi planisferi tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento3. In questo catalogo ragionato di carte a stampa, dunque, non ci addentreremo nella dettagliata descrizione delle copie disponibili, ma dovremo accennarvi e trattarle brevemente perché contengono differenti stadi di lavorazione dei mapamondi montiani con significative differenze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


