Un santo ignorante e sciancato che però riesce a volare, nel chiuso delle celle dei monasteri e dei seminari scorre il sangue dai corpi martoriati dei sacerdoti e le strade si arrossano di quello dei devoti che si fustigano pubblicamente in segno di pentimento… le scene sono quelle dei un cannibalismo diffuso: la devozione popolare lascia una scia di sangue che dal Seicento arriva fino ad oggi con gli ultimi riti penitenziali eseguiti da battenti a sangue. Nello stesso tempo procedure devozionali utilizzano resti umani per comunicare con l’aldilà: crani e teschi non sono solo simboli ma vere e proprie antenne per mettersi in contatto con un mondo ultraterreno che però l’immaginario devoto fa somigliare alla vita di tutti i giorni. Una religiosità non sempre ben vista dalla chiesa, anzi spesso ostacolata e combattuta, fatta di riti e culti, di narrazioni e di storie che si riproduce grazie all’esperienza, vive nella memoria e si alimenta delle tragedie della storia. Almeno finché pratiche di profilassi museale, non l’hanno tolta ai fedeli per affidarla al gusto onnivoro e indifferente dell’attuale turismo di massa.
DE MATTEIS, S. (2013). Mezzogiorno di fede. Il rito tra esperienza, memoria e storia. ITA : M. D'AURIA EDITORE.
Mezzogiorno di fede. Il rito tra esperienza, memoria e storia
stefano de matteis
2013-01-01
Abstract
Un santo ignorante e sciancato che però riesce a volare, nel chiuso delle celle dei monasteri e dei seminari scorre il sangue dai corpi martoriati dei sacerdoti e le strade si arrossano di quello dei devoti che si fustigano pubblicamente in segno di pentimento… le scene sono quelle dei un cannibalismo diffuso: la devozione popolare lascia una scia di sangue che dal Seicento arriva fino ad oggi con gli ultimi riti penitenziali eseguiti da battenti a sangue. Nello stesso tempo procedure devozionali utilizzano resti umani per comunicare con l’aldilà: crani e teschi non sono solo simboli ma vere e proprie antenne per mettersi in contatto con un mondo ultraterreno che però l’immaginario devoto fa somigliare alla vita di tutti i giorni. Una religiosità non sempre ben vista dalla chiesa, anzi spesso ostacolata e combattuta, fatta di riti e culti, di narrazioni e di storie che si riproduce grazie all’esperienza, vive nella memoria e si alimenta delle tragedie della storia. Almeno finché pratiche di profilassi museale, non l’hanno tolta ai fedeli per affidarla al gusto onnivoro e indifferente dell’attuale turismo di massa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.