Il presente lavoro esamina le modalità di applicazione delle clausole di esclusione dallo status di rifugiato contenute nella direttiva 2011/95 dell’Unione europea, con particolare riferimento alle persone accusate di attività riconducibili al terrorismo. La giurisprudenza in materia non si presenta univoca, oscillando tra le opposte esigenze di garantire la sicurezza - particolarmente avvertite dopo gli attentati sul suolo europeo - e quella di tutelare i diritti dell’uomo, rispettando anche gli obblighi dettati dalla Convenzione di Ginevra del 1961 e da altri Trattati internazionali. L’equilibrio che sembra prospettabile, e che trova riscontro anche nelle proposte di modifica della direttiva 2011/95, appare quello di interpretare in modo più estensivo rispetto al passato le clausole di esclusione, una volta che si sia comunque garantito il principio di non refoulement. Il chiarimento sopra indicato non risolve evidentemente tutte le questioni che possono porsi agli operatori interni, soprattutto ai giudici, in ordine all’applicazione o meno delle clausole di esclusione. Rilievo essenziale assumono le risoluzioni delle Nazioni Unite sulla lotta al terrorismo. Un contributo importante è quello della Corte di giustizia dell’Unione europea, la cui giurisprudenza è orientata nel senso della necessità di una verifica circa il concreto comportamento del soggetto.

Morviducci, C. (2019). Terrorismo e clausole di esclusione nella giurisprudenza della Corte di giustizia. In G.B. A. Di Blase (a cura di), Diritto internazionale e valori umani (pp. 113-140). Roma Tre Press.

Terrorismo e clausole di esclusione nella giurisprudenza della Corte di giustizia

C. Morviducci
2019-01-01

Abstract

Il presente lavoro esamina le modalità di applicazione delle clausole di esclusione dallo status di rifugiato contenute nella direttiva 2011/95 dell’Unione europea, con particolare riferimento alle persone accusate di attività riconducibili al terrorismo. La giurisprudenza in materia non si presenta univoca, oscillando tra le opposte esigenze di garantire la sicurezza - particolarmente avvertite dopo gli attentati sul suolo europeo - e quella di tutelare i diritti dell’uomo, rispettando anche gli obblighi dettati dalla Convenzione di Ginevra del 1961 e da altri Trattati internazionali. L’equilibrio che sembra prospettabile, e che trova riscontro anche nelle proposte di modifica della direttiva 2011/95, appare quello di interpretare in modo più estensivo rispetto al passato le clausole di esclusione, una volta che si sia comunque garantito il principio di non refoulement. Il chiarimento sopra indicato non risolve evidentemente tutte le questioni che possono porsi agli operatori interni, soprattutto ai giudici, in ordine all’applicazione o meno delle clausole di esclusione. Rilievo essenziale assumono le risoluzioni delle Nazioni Unite sulla lotta al terrorismo. Un contributo importante è quello della Corte di giustizia dell’Unione europea, la cui giurisprudenza è orientata nel senso della necessità di una verifica circa il concreto comportamento del soggetto.
2019
978-88-32136-25-8
Morviducci, C. (2019). Terrorismo e clausole di esclusione nella giurisprudenza della Corte di giustizia. In G.B. A. Di Blase (a cura di), Diritto internazionale e valori umani (pp. 113-140). Roma Tre Press.
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