Il contributo esamina la figura di Porfirio Uspenskij (1804-1885), un monaco russo colto e versatile, un dilettante e cultore d’arte che aspirò, senza mai riuscirvi, a diventare uno studioso, il quale, tuttavia, contribuì in modo determinante alla riscoperta dell’icona bizantina. Dopo i suoi viaggi in Oriente e al Monastero di Santa Caterina –allora una roccaforte interdetta a chiunque non fosse monaco ortodosso- il dono all’Accademia Teologica di Kiev della sua straordinaria collezione di 43 icone, lentamente ma inesorabilmente sarebbe iniziata la riscoperta dell’immagine cristiana, del suo significato teologico, della sua insostituibile funzione nella liturgia, infine il riconoscimento del suo valore artistico.
Fobelli, M.L. (2019). Icone. Un agente segreto russo, il monastero di Santa Caterina al Sinai e quattro icone bizantine. In G. Capitelli, C. Mazzarelli, S. Rolfi (a cura di), Dizionario portatile delle arti a Roma in età moderna. Liber amicorum per Liliana Barroero, (pp. 217-223). Campisano Editore srl.
Icone. Un agente segreto russo, il monastero di Santa Caterina al Sinai e quattro icone bizantine
Fobelli, Maria Luigia
2019-01-01
Abstract
Il contributo esamina la figura di Porfirio Uspenskij (1804-1885), un monaco russo colto e versatile, un dilettante e cultore d’arte che aspirò, senza mai riuscirvi, a diventare uno studioso, il quale, tuttavia, contribuì in modo determinante alla riscoperta dell’icona bizantina. Dopo i suoi viaggi in Oriente e al Monastero di Santa Caterina –allora una roccaforte interdetta a chiunque non fosse monaco ortodosso- il dono all’Accademia Teologica di Kiev della sua straordinaria collezione di 43 icone, lentamente ma inesorabilmente sarebbe iniziata la riscoperta dell’immagine cristiana, del suo significato teologico, della sua insostituibile funzione nella liturgia, infine il riconoscimento del suo valore artistico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.