In this essay we examine the theme of the curved line in Francesco Borromini’s drawings, highlighting how a sequence of lines manages to determine a complex geometry. We analyzed the drawing AzRom 108, plan of the tiburium of Sant’Andrea delle Fratte, in Rome, constructed between 1652 and 1665. The analysis of the curves shows how the tiburium takes shape via a sequence of lines lying on overlapping horizontal planes, within a geometric construction conceived in space, but which governs them all onto a single plane. Borromini then traces a synoptic plan, thus creating three-dimensional reasoning within two dimensions. The drawing, omitting the overlapping partial drawing referring to a lantern that had been envisaged but not realized, describes the plan elevation cutting through the four windows, evidenced with slanted hatching, also representing the projection of the cornice over the columns and the outer cornice with a continuous line. However, in this drawing the base with its continuous concave-convex profile on the four sides within the corner contraforts – of the type that forms the lower part of the San Carlino façade is not shown. The analysis of the drawn curves, therefore, is followed by a reasoning on those curves actually realized, derived from the three-dimensional model obtained with the 3D survey, and the verification of the relationship between the sinusoidal curve of the base and the ragged line of the dado stacked above the pylons of the crossing. The essay concludes with considerations on the figurative continuity which, in Borromini’s work, binds the constituent parts of the whole to the elements of detail. In fact, he attributes the same formal value to the line, a one-dimensional geometric entity by definition, whether it carves out the minute space in a sequence of moldings or models the interior or exterior of an architectural enclosure

Il saggio tratta il tema della linea curva nei disegni di Francesco Borromini mettendo in evidenza come, in essi, una sequenza di linee riesca a determinare una geometria complessa. L’analisi è condotta sul disegno AzRom 108, pianta del tiburio di Sant’Andrea delle Fratte, a Roma, la cui costruzione avvenne tra il 1652 e il 1665. L’analisi delle curve disegnate mette in evidenza come il tiburio prenda forma attraverso una sequenza di linee appartenenti a piani orizzontali sovrapposti, all’interno di una costruzione geometrica pensata nello spazio, ma che le governa tutte su di un unico piano. Borromini traccia, quindi, una pianta sinottica, costruendo nelle due dimensioni un ragionamento tridimensionale. La pianta, tralasciando il disegno parziale ad essa sovrapposto, riferibile ad una lanterna prevista e non realizzata, descrive la quota di sezione che taglia le quattro finestre, evidenziandola con un tratteggio inclinato, ma rappresenta con un segno continuo anche la proiezione della cornice sopra le colonne e quella più esterna di coronamento. Non compare invece, in questo disegno, il basamento che ha, sui quattro lati, compreso tra gli speroni angolari, un andamento concavo-convesso continuo, sul tipo di quello che modella la parte inferiore della facciata del San Carlino. All’analisi delle curve disegnate segue, quindi, un ragionamento sulle curve effettivamente realizzate, desunte dal modello tridimensionale ricavato dal rilievo 3D, e la verifica della relazione tra la curva sinusoidale del basamento e la linea spezzata del dado impostato sui piloni di crociera. Chiudono il saggio alcune considerazioni sulla continuità figurativa che, nell’opera di Borromini, lega le parti costitutive del tutto agli elementi di dettaglio. Egli, infatti, attribuisce alla linea, entità geometrica per definizione unidimensionale, lo stesso valore formale, sia che essa ritagli lo spazio minuto di una sequenza di modanature, sia che modelli l’interno o l’esterno di un invaso architettonico.

Spadafora, G. (2019). Lo spazio della linea. Il tiburio di Sant'Andrea delle Fratte. In L.P. Laura De Carlo (a cura di), Le linee curve (pp. 171-182).

Lo spazio della linea. Il tiburio di Sant'Andrea delle Fratte

giovanna spadafora
2019-01-01

Abstract

In this essay we examine the theme of the curved line in Francesco Borromini’s drawings, highlighting how a sequence of lines manages to determine a complex geometry. We analyzed the drawing AzRom 108, plan of the tiburium of Sant’Andrea delle Fratte, in Rome, constructed between 1652 and 1665. The analysis of the curves shows how the tiburium takes shape via a sequence of lines lying on overlapping horizontal planes, within a geometric construction conceived in space, but which governs them all onto a single plane. Borromini then traces a synoptic plan, thus creating three-dimensional reasoning within two dimensions. The drawing, omitting the overlapping partial drawing referring to a lantern that had been envisaged but not realized, describes the plan elevation cutting through the four windows, evidenced with slanted hatching, also representing the projection of the cornice over the columns and the outer cornice with a continuous line. However, in this drawing the base with its continuous concave-convex profile on the four sides within the corner contraforts – of the type that forms the lower part of the San Carlino façade is not shown. The analysis of the drawn curves, therefore, is followed by a reasoning on those curves actually realized, derived from the three-dimensional model obtained with the 3D survey, and the verification of the relationship between the sinusoidal curve of the base and the ragged line of the dado stacked above the pylons of the crossing. The essay concludes with considerations on the figurative continuity which, in Borromini’s work, binds the constituent parts of the whole to the elements of detail. In fact, he attributes the same formal value to the line, a one-dimensional geometric entity by definition, whether it carves out the minute space in a sequence of moldings or models the interior or exterior of an architectural enclosure
2019
9788891794000
Il saggio tratta il tema della linea curva nei disegni di Francesco Borromini mettendo in evidenza come, in essi, una sequenza di linee riesca a determinare una geometria complessa. L’analisi è condotta sul disegno AzRom 108, pianta del tiburio di Sant’Andrea delle Fratte, a Roma, la cui costruzione avvenne tra il 1652 e il 1665. L’analisi delle curve disegnate mette in evidenza come il tiburio prenda forma attraverso una sequenza di linee appartenenti a piani orizzontali sovrapposti, all’interno di una costruzione geometrica pensata nello spazio, ma che le governa tutte su di un unico piano. Borromini traccia, quindi, una pianta sinottica, costruendo nelle due dimensioni un ragionamento tridimensionale. La pianta, tralasciando il disegno parziale ad essa sovrapposto, riferibile ad una lanterna prevista e non realizzata, descrive la quota di sezione che taglia le quattro finestre, evidenziandola con un tratteggio inclinato, ma rappresenta con un segno continuo anche la proiezione della cornice sopra le colonne e quella più esterna di coronamento. Non compare invece, in questo disegno, il basamento che ha, sui quattro lati, compreso tra gli speroni angolari, un andamento concavo-convesso continuo, sul tipo di quello che modella la parte inferiore della facciata del San Carlino. All’analisi delle curve disegnate segue, quindi, un ragionamento sulle curve effettivamente realizzate, desunte dal modello tridimensionale ricavato dal rilievo 3D, e la verifica della relazione tra la curva sinusoidale del basamento e la linea spezzata del dado impostato sui piloni di crociera. Chiudono il saggio alcune considerazioni sulla continuità figurativa che, nell’opera di Borromini, lega le parti costitutive del tutto agli elementi di dettaglio. Egli, infatti, attribuisce alla linea, entità geometrica per definizione unidimensionale, lo stesso valore formale, sia che essa ritagli lo spazio minuto di una sequenza di modanature, sia che modelli l’interno o l’esterno di un invaso architettonico.
Spadafora, G. (2019). Lo spazio della linea. Il tiburio di Sant'Andrea delle Fratte. In L.P. Laura De Carlo (a cura di), Le linee curve (pp. 171-182).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/351747
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