Influenzata perlopiù da esigenze demografiche (Sinopoli 2004), la crescita urbana incontrollata che ha caratterizzato l’ultimo secolo è una delle cause principali alla base della trasformazione del rapporto città-ambiente naturale. Tale processo ha dato origine a nuovi fenomeni urbani: sono nate nuove forme di insediamento che possono essere perlopiù considerate come agglomerazioni generiche (Koolhaas 2006), città prive di qualità e servizi, espansioni che hanno dato origine a quella città diffusa (Ingersoll 2006) oggi ragionevolmente ritenuta una delle principali cause del consumo delle risorse primarie. La consapevolezza dell’insostenibilità di tale modello ha portato all’individuazione di metodologie d’intervento alternative. Il recupero di aree di margine o aree dismesse all’interno della città, la ridefinizione di un sistema di trasporto pubblico, il recupero dei quartieri residenziali privi di servizi, gli interventi di retrofit sull’esistente sono solo alcune delle politiche messe in atto al fine contenere l’espansione urbana, densificando in maniera più sostenibile (Cretton 2000). All’interno di tali dinamiche gli spazi aperti assumono un ruolo fondamentale per determinare la qualità della città (COSTaction2012): lo spazio pubblico diviene uno dei fattori principali per la costruzione di città più vivibili, in coerenza con gli obiettivi d’incremento di equità e socialità dettati dallo sviluppo sostenibile. Il progetto degli spazi aperti permette anche un riequilibrio tra sistema artificiale e sistema naturale. Alla luce di questo quadro generale, il presente contributo intende indagare le potenzialità degli spazi aperti come ambiti di rigenerazione urbana. Mutuando la definizione di J. Gehl, si considera lo spazio “in between”, ovvero quello spazio sospeso a metà tra l’edificato (privato) ed il sistema delle strade (pubblico), come ambito di una possibile rigenerazione ambientale, sociale ed economica. Tale linea, oggi troppo spesso adibita a mero parcheggio lineare, viene considerata non più limite, ma margine dotato di uno spessore variabile (Clement 2003). In tale spessore ancora indefinito risiede la possibilità della trasformazione. Definito un quadro generale di problematiche ambientali, sociali ed economiche, il presente lavoro isola il fenomeno specifico dell’isola di calore e le problematiche ad esso collegate. Individuati alcuni esempi di best practicies, si prenderanno in considerazione soluzioni tecnologiche afferenti al sistema del paesaggio, quali piantumazioni, pavimentazioni verdi, pavimentazioni fredde, ecc, al fine di definire la potenziale capacità rigenerativa dello spazio in beetween

Orsini, F. (2013). Un margine di sviluppo. Il sistema degli spazi “in between” come il luogo per una rigenerazione ambientale, sociale ed economica.. In AA.VV (a cura di), Monograph.Reserach (pp. 412-412). Rovereto : LISt Lab.

Un margine di sviluppo. Il sistema degli spazi “in between” come il luogo per una rigenerazione ambientale, sociale ed economica.

federico orsini
2013-01-01

Abstract

Influenzata perlopiù da esigenze demografiche (Sinopoli 2004), la crescita urbana incontrollata che ha caratterizzato l’ultimo secolo è una delle cause principali alla base della trasformazione del rapporto città-ambiente naturale. Tale processo ha dato origine a nuovi fenomeni urbani: sono nate nuove forme di insediamento che possono essere perlopiù considerate come agglomerazioni generiche (Koolhaas 2006), città prive di qualità e servizi, espansioni che hanno dato origine a quella città diffusa (Ingersoll 2006) oggi ragionevolmente ritenuta una delle principali cause del consumo delle risorse primarie. La consapevolezza dell’insostenibilità di tale modello ha portato all’individuazione di metodologie d’intervento alternative. Il recupero di aree di margine o aree dismesse all’interno della città, la ridefinizione di un sistema di trasporto pubblico, il recupero dei quartieri residenziali privi di servizi, gli interventi di retrofit sull’esistente sono solo alcune delle politiche messe in atto al fine contenere l’espansione urbana, densificando in maniera più sostenibile (Cretton 2000). All’interno di tali dinamiche gli spazi aperti assumono un ruolo fondamentale per determinare la qualità della città (COSTaction2012): lo spazio pubblico diviene uno dei fattori principali per la costruzione di città più vivibili, in coerenza con gli obiettivi d’incremento di equità e socialità dettati dallo sviluppo sostenibile. Il progetto degli spazi aperti permette anche un riequilibrio tra sistema artificiale e sistema naturale. Alla luce di questo quadro generale, il presente contributo intende indagare le potenzialità degli spazi aperti come ambiti di rigenerazione urbana. Mutuando la definizione di J. Gehl, si considera lo spazio “in between”, ovvero quello spazio sospeso a metà tra l’edificato (privato) ed il sistema delle strade (pubblico), come ambito di una possibile rigenerazione ambientale, sociale ed economica. Tale linea, oggi troppo spesso adibita a mero parcheggio lineare, viene considerata non più limite, ma margine dotato di uno spessore variabile (Clement 2003). In tale spessore ancora indefinito risiede la possibilità della trasformazione. Definito un quadro generale di problematiche ambientali, sociali ed economiche, il presente lavoro isola il fenomeno specifico dell’isola di calore e le problematiche ad esso collegate. Individuati alcuni esempi di best practicies, si prenderanno in considerazione soluzioni tecnologiche afferenti al sistema del paesaggio, quali piantumazioni, pavimentazioni verdi, pavimentazioni fredde, ecc, al fine di definire la potenziale capacità rigenerativa dello spazio in beetween
2013
9788895623924
Orsini, F. (2013). Un margine di sviluppo. Il sistema degli spazi “in between” come il luogo per una rigenerazione ambientale, sociale ed economica.. In AA.VV (a cura di), Monograph.Reserach (pp. 412-412). Rovereto : LISt Lab.
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