Il testo è un resoconto delle ricerche e degli approfondimenti eseguiti durante un workshop che ha avuto per tema la Weissenhofsiedlung di Stoccarda, svoltosi presso il Goethe-Institut di Roma nell’ottobre 2017, con i contributi di Embrice2030, del Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre e del Dipartimento di Pianificazione Design Tecnologia dell’Architettura di Sapienza Università di Roma. I materiali, grafici, cinematografici e artistici, sono poi stati esposti in una mostra presso lo stesso Goethe-Institut di Roma. La Weissenhofsiedlung di Stoccarda è un piccolo quartiere sperimentale costruito ad opera di alcuni fra i maggiori architetti europei del ’900 sotto la direzione di Ludwig Mies van der Rohe. Il quartiere faceva parte di una grande Esposizione programmata per il 1927, da luglio a settembre, dal Deutscher Werkbund, anche come risposta alla celebre Exposition des Arts décoratifs et industriels modernes svoltasi a Parigi nel 1925. Gli alloggi erano in tutto 60, nella maggior parte diversi uno dall’altro, con l’eccezione di quelli progettati dagli architetti olandesi Oud e Stam. Solo 11 dei 21 edifici di abitazione sono sopravvissuti nelle loro forme originali. Il quartiere, e l’intera Esposizione, sono stati il punto di incontro di artisti tedeschi ed europei, dopo la dolorosa fase di “stabilizzazione” post-bellica culminata con la stesura della Costituzione della Repubblica di Weimar nel 1919. Il lavoro di ricerca di cui si tratta ha avuto lo scopo di approfondire la conoscenza dell’edificio in linea progettato da Ludwig Mies van der Rohe, prototipo della casa “flessibile” tra i più iconici nella storia dell’architettura moderna. Guidati da docenti di progettazione architettonica, disegno e tecnologia, gli studenti del Dipartimento di Architettura di Roma Tre, iscritti sia alla Laurea Triennale sia alla Laurea Magistrale, hanno studiato l’edificio mettendo in evidenza la relazione tra gli aspetti distributivi e l’immagine architettonica rappresentata dall’organizzazione delle facciate. Questo lavoro ha consentito agli studenti di scoprire e indagare il carattere estremamente flessibile del progetto, restituito attraverso una serie plastici che hanno evidenziato la varietà delle soluzioni adottate nell’allestimento degli appartamenti dagli architetti coinvolti da Mies. La progettazione di otto alloggi per abitanti contemporanei ha infine dimostrato l’attualità dell’edificio costruito nel 1927.
Farina, M., Longobardi, G., A., A. (2019). Mies van der Rohe al Weissenhof. In Ceracchi Michela et al. (a cura di), Abitare la Weissenhofsiedlung di Stoccarda. 1927-2017. Approfondimenti e interpretazioni (pp. 84-95). Roma : WriteUp Site.
Mies van der Rohe al Weissenhof
Farina Milena;Longobardi Giovanni;
2019-01-01
Abstract
Il testo è un resoconto delle ricerche e degli approfondimenti eseguiti durante un workshop che ha avuto per tema la Weissenhofsiedlung di Stoccarda, svoltosi presso il Goethe-Institut di Roma nell’ottobre 2017, con i contributi di Embrice2030, del Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre e del Dipartimento di Pianificazione Design Tecnologia dell’Architettura di Sapienza Università di Roma. I materiali, grafici, cinematografici e artistici, sono poi stati esposti in una mostra presso lo stesso Goethe-Institut di Roma. La Weissenhofsiedlung di Stoccarda è un piccolo quartiere sperimentale costruito ad opera di alcuni fra i maggiori architetti europei del ’900 sotto la direzione di Ludwig Mies van der Rohe. Il quartiere faceva parte di una grande Esposizione programmata per il 1927, da luglio a settembre, dal Deutscher Werkbund, anche come risposta alla celebre Exposition des Arts décoratifs et industriels modernes svoltasi a Parigi nel 1925. Gli alloggi erano in tutto 60, nella maggior parte diversi uno dall’altro, con l’eccezione di quelli progettati dagli architetti olandesi Oud e Stam. Solo 11 dei 21 edifici di abitazione sono sopravvissuti nelle loro forme originali. Il quartiere, e l’intera Esposizione, sono stati il punto di incontro di artisti tedeschi ed europei, dopo la dolorosa fase di “stabilizzazione” post-bellica culminata con la stesura della Costituzione della Repubblica di Weimar nel 1919. Il lavoro di ricerca di cui si tratta ha avuto lo scopo di approfondire la conoscenza dell’edificio in linea progettato da Ludwig Mies van der Rohe, prototipo della casa “flessibile” tra i più iconici nella storia dell’architettura moderna. Guidati da docenti di progettazione architettonica, disegno e tecnologia, gli studenti del Dipartimento di Architettura di Roma Tre, iscritti sia alla Laurea Triennale sia alla Laurea Magistrale, hanno studiato l’edificio mettendo in evidenza la relazione tra gli aspetti distributivi e l’immagine architettonica rappresentata dall’organizzazione delle facciate. Questo lavoro ha consentito agli studenti di scoprire e indagare il carattere estremamente flessibile del progetto, restituito attraverso una serie plastici che hanno evidenziato la varietà delle soluzioni adottate nell’allestimento degli appartamenti dagli architetti coinvolti da Mies. La progettazione di otto alloggi per abitanti contemporanei ha infine dimostrato l’attualità dell’edificio costruito nel 1927.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.