L'intento del presente libro è quello di circoscrivere gli elementi costitutivi della nozione di cura, così come le sue originarie matrici storiche, filosofiche, disciplinari, a partire da una cruciale esigenza pedagogica di inclusione, integrazione e riconoscimento delle persone portatrici di disagio, a diverso titolo. Di fatto, essa si offre a noi come categoria profondamente radicata nella stessa struttura dell’anthropos, come una delle modalità dell’essere al mondo da parte del soggetto umano, presente in esso come disposizione affettiva di fondo, come attitudine alla relazione, come interesse per il mondo e le cose. Essa non deve essere ridotta a tecnica di intervento sanitario: al contrario, la cura esprime una peculiare vocazione in termini di edificazione di sé, di coscientizzazione della persona, di ricostituzione di relazioni significative con gli altri e con il mondo. La nostra analisi si è focalizzata, dapprima, sulle filosofie novecentesche del dialogo, e sulle riflessioni maturate all'interno della psichiatria fenomenologico-esistenzialista di autori quali Jaspers, Minkowski, Binswanger, Frankl, all'insegna di un riscatto e di un riconoscimento del malato in termini di "presenza" e di ontologia della relazione. Quindi la nostra analisi si è rivolta agli attuali contesti di cura socio-sanitari, dove è più che mai presente una esigenza di umanizzazione delle relazioni che attengono all'attività del curare e del costruire relazioni significative, dal punto di vista terapeutico, con una attenzione particolare alla condizione giovanile e adolescenziale.
Giosi, M. (2019). Pedagogia della cura e integrazione sociale. Roma : Anicia.
Pedagogia della cura e integrazione sociale
marco giosi
2019-01-01
Abstract
L'intento del presente libro è quello di circoscrivere gli elementi costitutivi della nozione di cura, così come le sue originarie matrici storiche, filosofiche, disciplinari, a partire da una cruciale esigenza pedagogica di inclusione, integrazione e riconoscimento delle persone portatrici di disagio, a diverso titolo. Di fatto, essa si offre a noi come categoria profondamente radicata nella stessa struttura dell’anthropos, come una delle modalità dell’essere al mondo da parte del soggetto umano, presente in esso come disposizione affettiva di fondo, come attitudine alla relazione, come interesse per il mondo e le cose. Essa non deve essere ridotta a tecnica di intervento sanitario: al contrario, la cura esprime una peculiare vocazione in termini di edificazione di sé, di coscientizzazione della persona, di ricostituzione di relazioni significative con gli altri e con il mondo. La nostra analisi si è focalizzata, dapprima, sulle filosofie novecentesche del dialogo, e sulle riflessioni maturate all'interno della psichiatria fenomenologico-esistenzialista di autori quali Jaspers, Minkowski, Binswanger, Frankl, all'insegna di un riscatto e di un riconoscimento del malato in termini di "presenza" e di ontologia della relazione. Quindi la nostra analisi si è rivolta agli attuali contesti di cura socio-sanitari, dove è più che mai presente una esigenza di umanizzazione delle relazioni che attengono all'attività del curare e del costruire relazioni significative, dal punto di vista terapeutico, con una attenzione particolare alla condizione giovanile e adolescenziale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.