Il testo indaga la tesi centrale di Via Giulia: storia di una struttura urbana (Tafuri 1973) contaminando la lettura con alcune considerazioni sul contesto culturale in cui la stesura del saggio è maturata e approfittando di numerose ‘corrispondenze’ con altri libri e articoli dello stesso periodo. In questo senso vengono messi in relazione l’impegno politico di Tafuri con i gruppi che avevano alimentato le lotte studentesche intorno al 1960 a Roma, l’attività pubblicistica e l’uscita di alcuni libri chiave della sua vasta produzione. L’obiettivo è di individuare nel testo un percorso che recuperi un’idea della storia strumento per la lettura della attualità. I temi della grande dimensione, della crisi della forma unificante e organica del piano, dell’utopia sociale e politica, fanno da contraltare alla storia del progetto di Giulio II e agli esiti successivi. Il fallimento degli strumenti di controllo dello spazio ampliati alla scala della città si trasforma così in una lettura del presente. Pur nel mancato compimento dell’originario progetto ideologico, via Giulia si offre quale infrastruttura per iniziative autonome, aprendo la possibilità che i singoli interventi possano essere interpretati come frammenti finiti dai significati molteplici e contrastanti, architetture capaci di riverberare significati a una nuova dimensione. Nelle conclusioni il richiamo all’instabilità figurativa e una visione debole dell’architettura permettono di aprire possibili campi di ricerca e offrono nuove chiavi di lettura sulle possibili interpretazioni tra storia e progetto, ponendosi come termini di confronto per temi della contemporaneità.
Montuori, L. (2019). Manfredo Tafuri e la sostenibile debolezza di via Giulia. In Orazio Carpenzano (a cura di), Lo storico scellerato, scritti su Manfredo Tafuri (pp. 244-255). Macerata : Quodlibet.
Manfredo Tafuri e la sostenibile debolezza di via Giulia
Luca Montuori
2019-01-01
Abstract
Il testo indaga la tesi centrale di Via Giulia: storia di una struttura urbana (Tafuri 1973) contaminando la lettura con alcune considerazioni sul contesto culturale in cui la stesura del saggio è maturata e approfittando di numerose ‘corrispondenze’ con altri libri e articoli dello stesso periodo. In questo senso vengono messi in relazione l’impegno politico di Tafuri con i gruppi che avevano alimentato le lotte studentesche intorno al 1960 a Roma, l’attività pubblicistica e l’uscita di alcuni libri chiave della sua vasta produzione. L’obiettivo è di individuare nel testo un percorso che recuperi un’idea della storia strumento per la lettura della attualità. I temi della grande dimensione, della crisi della forma unificante e organica del piano, dell’utopia sociale e politica, fanno da contraltare alla storia del progetto di Giulio II e agli esiti successivi. Il fallimento degli strumenti di controllo dello spazio ampliati alla scala della città si trasforma così in una lettura del presente. Pur nel mancato compimento dell’originario progetto ideologico, via Giulia si offre quale infrastruttura per iniziative autonome, aprendo la possibilità che i singoli interventi possano essere interpretati come frammenti finiti dai significati molteplici e contrastanti, architetture capaci di riverberare significati a una nuova dimensione. Nelle conclusioni il richiamo all’instabilità figurativa e una visione debole dell’architettura permettono di aprire possibili campi di ricerca e offrono nuove chiavi di lettura sulle possibili interpretazioni tra storia e progetto, ponendosi come termini di confronto per temi della contemporaneità.File | Dimensione | Formato | |
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