Nella gran parte delle riforme contabili pubbliche intraprese dagli Stati appartenenti alla Unione Europea si rinviene l’adozione di sistemi di contabilità economico-patrimoniale, conformemente all’art.3 della Direttiva 2011/85/UE, che impone loro di dotarsi di sistemi di contabilità in grado di coprire in modo uniforme ed esauriente tutti i sotto-settori della pubblica Amministrazione, fornendo dati fondati sul principio della competenza economica (accrual) al fine di predisporre prospetti basati sulle norme previste dal SEC 2010. L’obiettivo del presente lavoro è verificare se le regole della competenza economica sono state correttamente applicate nel processo di riforma contabile degli Enti territoriali italiani, con particolare riferimento ai principali fatti di gestione inerenti le spese, ossia il ciclo passivo. A tal fine ci si sofferma sugli aspetti più innovativi ma, al tempo stesso, controversi di tale riforma quali, su tutti, il principio applicato della competenza finanziaria c.d. “potenziata” ed il suo rapporto con la contabilità economico-patrimoniale. Sul piano empirico sono messe in evidenza le distorsioni che l’imputazione all’atto dell’esigibilità genera sia sulla contabilità finanziaria sia, mediante la c.d. “matrice di correlazione”, sulla contabilità economico-patrimoniale. Le conclusioni evidenziano la necessità di modificare l’attuale disciplina contabile degli Enti territoriali italiani per renderla aderente ad una effettiva contabilità economico-patrimoniale ed al successivo recepimento degli IPSASs/EPSASs.

Grandis, F.G., Federici, A. (2019). LE SPESE DEGLI ENTI TERRITORIALI TRA COMPETENZA FINANZIARIA DEPOTENZIATA E CONTABILITA’ ECONOMICA DERIVATA.

LE SPESE DEGLI ENTI TERRITORIALI TRA COMPETENZA FINANZIARIA DEPOTENZIATA E CONTABILITA’ ECONOMICA DERIVATA

Fabio Giulio Grandis
;
2019-01-01

Abstract

Nella gran parte delle riforme contabili pubbliche intraprese dagli Stati appartenenti alla Unione Europea si rinviene l’adozione di sistemi di contabilità economico-patrimoniale, conformemente all’art.3 della Direttiva 2011/85/UE, che impone loro di dotarsi di sistemi di contabilità in grado di coprire in modo uniforme ed esauriente tutti i sotto-settori della pubblica Amministrazione, fornendo dati fondati sul principio della competenza economica (accrual) al fine di predisporre prospetti basati sulle norme previste dal SEC 2010. L’obiettivo del presente lavoro è verificare se le regole della competenza economica sono state correttamente applicate nel processo di riforma contabile degli Enti territoriali italiani, con particolare riferimento ai principali fatti di gestione inerenti le spese, ossia il ciclo passivo. A tal fine ci si sofferma sugli aspetti più innovativi ma, al tempo stesso, controversi di tale riforma quali, su tutti, il principio applicato della competenza finanziaria c.d. “potenziata” ed il suo rapporto con la contabilità economico-patrimoniale. Sul piano empirico sono messe in evidenza le distorsioni che l’imputazione all’atto dell’esigibilità genera sia sulla contabilità finanziaria sia, mediante la c.d. “matrice di correlazione”, sulla contabilità economico-patrimoniale. Le conclusioni evidenziano la necessità di modificare l’attuale disciplina contabile degli Enti territoriali italiani per renderla aderente ad una effettiva contabilità economico-patrimoniale ed al successivo recepimento degli IPSASs/EPSASs.
2019
Grandis, F.G., Federici, A. (2019). LE SPESE DEGLI ENTI TERRITORIALI TRA COMPETENZA FINANZIARIA DEPOTENZIATA E CONTABILITA’ ECONOMICA DERIVATA.
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