Nel 1974, in Italia, esce per la casa editrice Feltrinelli Zero. Le avventure di un "eroe" latinoamericano. Il suo autore si chiama Ignácio de Loyola Brandão ed è un giornalista brasiliano appassionato di cinema che, qualche anno prima, aveva trascorso un periodo a Roma per conoscere l'ambiente di Cinecittà ed entrare in contatto con Fellini; il traduttore è Antonio Tabucchi. Brandão ha provato a pubblicare l'opera in Brasile, ma il processo di editing aveva dovuto scontrarsi con i veti della censura imposta dal governo: nel paese sudamericano, infatti, si era in piena dittatura militare 2. L'editore Jorge de Andrade, però, è in contatto con la studiosa italiana Luciana Stegagno Picchio, le fa conoscere Zero e lei si impegna con esito positivo a proporlo all'editoria d'oltreoceano. L'anno successivo, complice la diffusione in Europa, Zero esce anche in patria, ma, ancora vittima dei veti governativi, tornerà nelle librerie solo nel 1979. Zero narra la storia di José Gonçalves, un uomo qualunque che ha studiato giurisprudenza senza portare a termine gli studi e per sbarcare il lunario riesce a trovare un impiego presso il circo di zona, come addetto al reclutamento del personale artistico; incontra Rosa tramite un'agenzia matrimoniale e poi entra in contatto con un gruppo di sovversivi che il regime perseguita con estrema ferocia. Ci sono dei grandi esclusi da tutta la narrazione: il sentimento, l'impegno politico-sociale, per non parlare dell'idealismo.

Felici, M.S. (2018). I tanti volti dell’interdetto. “Zero” di Ignácio de Loyola Brandão e la sua traduzione italiana. In M. GRAZIANI (a cura di), Un incontro lusofono plurale di lingue, letterature, storie, culture (pp. 189-200). Firenze : Firenze University Press.

I tanti volti dell’interdetto. “Zero” di Ignácio de Loyola Brandão e la sua traduzione italiana

FELICI, Maria Serena
2018-01-01

Abstract

Nel 1974, in Italia, esce per la casa editrice Feltrinelli Zero. Le avventure di un "eroe" latinoamericano. Il suo autore si chiama Ignácio de Loyola Brandão ed è un giornalista brasiliano appassionato di cinema che, qualche anno prima, aveva trascorso un periodo a Roma per conoscere l'ambiente di Cinecittà ed entrare in contatto con Fellini; il traduttore è Antonio Tabucchi. Brandão ha provato a pubblicare l'opera in Brasile, ma il processo di editing aveva dovuto scontrarsi con i veti della censura imposta dal governo: nel paese sudamericano, infatti, si era in piena dittatura militare 2. L'editore Jorge de Andrade, però, è in contatto con la studiosa italiana Luciana Stegagno Picchio, le fa conoscere Zero e lei si impegna con esito positivo a proporlo all'editoria d'oltreoceano. L'anno successivo, complice la diffusione in Europa, Zero esce anche in patria, ma, ancora vittima dei veti governativi, tornerà nelle librerie solo nel 1979. Zero narra la storia di José Gonçalves, un uomo qualunque che ha studiato giurisprudenza senza portare a termine gli studi e per sbarcare il lunario riesce a trovare un impiego presso il circo di zona, come addetto al reclutamento del personale artistico; incontra Rosa tramite un'agenzia matrimoniale e poi entra in contatto con un gruppo di sovversivi che il regime perseguita con estrema ferocia. Ci sono dei grandi esclusi da tutta la narrazione: il sentimento, l'impegno politico-sociale, per non parlare dell'idealismo.
2018
978-88-6453-654-5
Felici, M.S. (2018). I tanti volti dell’interdetto. “Zero” di Ignácio de Loyola Brandão e la sua traduzione italiana. In M. GRAZIANI (a cura di), Un incontro lusofono plurale di lingue, letterature, storie, culture (pp. 189-200). Firenze : Firenze University Press.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/358736
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact