Lo sviluppo nel paziente di attitudini mindful tramite la pratica di mindfulness può costituire un valido strumento per aiutare le persone con DOC a gestire le proprie esperienze interne, vale a dire pensieri, sensazioni, immagini mentali, e a imparare a rispondere in modo funzionale alla comparsa di questi elementi, anziché reagire automaticamente. La pratica della mindfulness può, infatti, intervenire nel passaggio da pensiero intrusivo (o immagine mentale) a ruminazione ossessiva/compulsione/rituale. Le compulsioni, di qualsiasi natura, rappresentano reazioni a un'intrusione e possono essere considerate un meccanismo per diminuire la discrepanza tra lo stato reale del mondo e quello desiderato, il quale è tuttavia destinato ad auto-perpetuarsi e a non trovare mai una soluzione o via d'uscita. In questo senso, la mindfulness può essere la via d'uscita da circoli viziosi auto-perpetuantisi, poiché addestra le persone alla non-reattività alle intrusioni ossessive, consentendo di passare dalla modalità del fare alla modalità dell'essere, in cui ci si rapporta con le esperienze interne in modo diretto, non spinti da uno scopo particolare, ma accettando ciò che si presenta momento dopo momento (Segal, Williams, Teasdale, 2014). In questo capitolo viene dapprima, brevemente, presentata la mindfulness, in secondo luogo si illustra come la mente ossessiva presenti una caratteristica modalità di "fusione" con le ossessioni, successivamente si presenta l'adattamento delle pratiche di mindfulness al trattamento del DOC. Infine, si riportano gli studi disponibili sull’applicazione della mindfulness alla terapia del disturbo ossessivo-compulsivo
Barcaccia, B. (2016). La mindfulness per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo. In Francesco Mancini (a cura di), La mente ossessiva (pp. 347-370). Milano : Raffaello Cortina.
La mindfulness per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo
Barbara Barcaccia
2016-01-01
Abstract
Lo sviluppo nel paziente di attitudini mindful tramite la pratica di mindfulness può costituire un valido strumento per aiutare le persone con DOC a gestire le proprie esperienze interne, vale a dire pensieri, sensazioni, immagini mentali, e a imparare a rispondere in modo funzionale alla comparsa di questi elementi, anziché reagire automaticamente. La pratica della mindfulness può, infatti, intervenire nel passaggio da pensiero intrusivo (o immagine mentale) a ruminazione ossessiva/compulsione/rituale. Le compulsioni, di qualsiasi natura, rappresentano reazioni a un'intrusione e possono essere considerate un meccanismo per diminuire la discrepanza tra lo stato reale del mondo e quello desiderato, il quale è tuttavia destinato ad auto-perpetuarsi e a non trovare mai una soluzione o via d'uscita. In questo senso, la mindfulness può essere la via d'uscita da circoli viziosi auto-perpetuantisi, poiché addestra le persone alla non-reattività alle intrusioni ossessive, consentendo di passare dalla modalità del fare alla modalità dell'essere, in cui ci si rapporta con le esperienze interne in modo diretto, non spinti da uno scopo particolare, ma accettando ciò che si presenta momento dopo momento (Segal, Williams, Teasdale, 2014). In questo capitolo viene dapprima, brevemente, presentata la mindfulness, in secondo luogo si illustra come la mente ossessiva presenti una caratteristica modalità di "fusione" con le ossessioni, successivamente si presenta l'adattamento delle pratiche di mindfulness al trattamento del DOC. Infine, si riportano gli studi disponibili sull’applicazione della mindfulness alla terapia del disturbo ossessivo-compulsivoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.