La ricerca nelle fonti geostoriche dimostra pienamente quanto in epoca moderna fosse riconosciuta l’importanza delle infrastrutture che permettevano l’attraversamento del Nera a coloro che compirono ricognizioni dirette sul territorio o raccolsero informazioni per produrre carte aggiornate sull’area in esame. Benché le descrizioni e la letteratura di viaggio si siano concentrate maggiormente su alcuni ponti maestosi e di antica costruzione presenti sugli itinerari maggiori, geografi e cartografi dedicarono invece attenzione anche a strutture “minori” relativamente alle dimensioni o alla complessità architettonica. La sintesi che la cartografia storica ci consegna è una testimonianza importantissima per la ricostruzione della conoscenza e dello sfruttamento del territorio nel passato. Grazie a essa immaginiamo perfettamente non solo il difficoltoso contesto territoriale, ma anche la complessa realtà socio-economica e ambientale sviluppatasi nella valle del Nera che ancora alla fine dell’Ottocento manteneva inalterate le sue peculiari caratteristiche naturali e infrastrutturali. Si delinea un quadro chiaro e dettagliato del processo di interazione fra la natura, con i suoi rilievi e le acque, gli uomini, con la loro cultura e i saperi materiali e immateriali, e gli animali. La rete tratturale che attraversava la Valnerina non poteva prescindere dalla funzione essenziale assicurata dai diversi ponti realizzati dalla mano dell’uomo, fossero anche meno noti e rimarchevoli, ma ugualmente rilevanti localmente e non solo tanto da lasciare tracce evidenti ancora nella toponomastica attuale. Se nelle fonti letterarie l’attenzione ricevuta nel corso del tempo da questi ponti è stata minore, la cartografia storica invece ne ha celebrato l’esistenza e talvolta anche le forme. Ci auguriamo che queste brevi note e questo excursus geocartografico possano accompagnare i viaggiatori curiosi di oggi alla riscoperta dei segni del passato e alla ricerca delle tracce visibili di quella piccola, grande storia che si è sviluppata lungo le sponde del fiume e sui suoi ponti.
D'Ascenzo, A. (2019). I ponti della Valle del Nera. Uomini, animali e infrastrutture nelle fonti storico-cartografiche e letterarie. In C.C. Marcella Arca Petrucci (a cura di), Per una geografia della Valnerina. Pratiche e linguaggi del processo di territorializzazione (pp. 127-161). Roma : Gangemi.
I ponti della Valle del Nera. Uomini, animali e infrastrutture nelle fonti storico-cartografiche e letterarie
Annalisa D'Ascenzo
Investigation
2019-01-01
Abstract
La ricerca nelle fonti geostoriche dimostra pienamente quanto in epoca moderna fosse riconosciuta l’importanza delle infrastrutture che permettevano l’attraversamento del Nera a coloro che compirono ricognizioni dirette sul territorio o raccolsero informazioni per produrre carte aggiornate sull’area in esame. Benché le descrizioni e la letteratura di viaggio si siano concentrate maggiormente su alcuni ponti maestosi e di antica costruzione presenti sugli itinerari maggiori, geografi e cartografi dedicarono invece attenzione anche a strutture “minori” relativamente alle dimensioni o alla complessità architettonica. La sintesi che la cartografia storica ci consegna è una testimonianza importantissima per la ricostruzione della conoscenza e dello sfruttamento del territorio nel passato. Grazie a essa immaginiamo perfettamente non solo il difficoltoso contesto territoriale, ma anche la complessa realtà socio-economica e ambientale sviluppatasi nella valle del Nera che ancora alla fine dell’Ottocento manteneva inalterate le sue peculiari caratteristiche naturali e infrastrutturali. Si delinea un quadro chiaro e dettagliato del processo di interazione fra la natura, con i suoi rilievi e le acque, gli uomini, con la loro cultura e i saperi materiali e immateriali, e gli animali. La rete tratturale che attraversava la Valnerina non poteva prescindere dalla funzione essenziale assicurata dai diversi ponti realizzati dalla mano dell’uomo, fossero anche meno noti e rimarchevoli, ma ugualmente rilevanti localmente e non solo tanto da lasciare tracce evidenti ancora nella toponomastica attuale. Se nelle fonti letterarie l’attenzione ricevuta nel corso del tempo da questi ponti è stata minore, la cartografia storica invece ne ha celebrato l’esistenza e talvolta anche le forme. Ci auguriamo che queste brevi note e questo excursus geocartografico possano accompagnare i viaggiatori curiosi di oggi alla riscoperta dei segni del passato e alla ricerca delle tracce visibili di quella piccola, grande storia che si è sviluppata lungo le sponde del fiume e sui suoi ponti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.