Il saggio prende a riferimento un particolare tipo di mappa geografica: una cartografia che, pur basandosi sulla rappresentazione spaziale del territorio di tipo bidimensionale, viene disposta e organizzata sulla selezione di particolari tipi d’informazione, attraverso specifici operatori simbolici. Il testo, tralasciando le relazioni tra territorio e mappa, si concentra sull’analisi del social mapping come pratica di ricerca per lo studio delle forme situate di territorializzazione - intese come pratiche spaziali e simboliche legate ai luoghi -, costituisce un tentativo di mettere sotto tensione la portata analitica di alcune categorie e strumenti e di saggiarne la produttività esplicativa. Alcune indicazioni interpretative sembrano dotate di particolare potere suggestivo, soprattutto in relazione ai sistemi di stratificazione della composizione sociale e politica del panorama umano che abita il territorio - il rione Esquilino - con particolare riferimento agli strati in declino, ai soggetti marginali, agli outsider, quelle componenti, senza voce, autoctone e migranti di più recente, e problematica, inserzione nel tessuto sociale. Le disparità sociali, economiche e culturali, anche nella declinazione più sfumata del prestigio e della reputazione sociale e, più in generale, delle risorse di potere di cui soggetti e gruppi dispongono - e si avvantaggiano - si presentano, infatti, come disomogenee e gerarchizzate, processuali e dinamiche.
Carbone, V. (2019). Un territorio, tante mappe. Tentativi di esaurire il luogo Esquilino con il social mapping. In Carmelina Canta (a cura di), Accogliere la differenza. Trame culturali nel Mediterraneo (pp. 239-275). Roma : Aracne [10.4399/978882553040712].
Un territorio, tante mappe. Tentativi di esaurire il luogo Esquilino con il social mapping
Vincenzo Carbone
2019-01-01
Abstract
Il saggio prende a riferimento un particolare tipo di mappa geografica: una cartografia che, pur basandosi sulla rappresentazione spaziale del territorio di tipo bidimensionale, viene disposta e organizzata sulla selezione di particolari tipi d’informazione, attraverso specifici operatori simbolici. Il testo, tralasciando le relazioni tra territorio e mappa, si concentra sull’analisi del social mapping come pratica di ricerca per lo studio delle forme situate di territorializzazione - intese come pratiche spaziali e simboliche legate ai luoghi -, costituisce un tentativo di mettere sotto tensione la portata analitica di alcune categorie e strumenti e di saggiarne la produttività esplicativa. Alcune indicazioni interpretative sembrano dotate di particolare potere suggestivo, soprattutto in relazione ai sistemi di stratificazione della composizione sociale e politica del panorama umano che abita il territorio - il rione Esquilino - con particolare riferimento agli strati in declino, ai soggetti marginali, agli outsider, quelle componenti, senza voce, autoctone e migranti di più recente, e problematica, inserzione nel tessuto sociale. Le disparità sociali, economiche e culturali, anche nella declinazione più sfumata del prestigio e della reputazione sociale e, più in generale, delle risorse di potere di cui soggetti e gruppi dispongono - e si avvantaggiano - si presentano, infatti, come disomogenee e gerarchizzate, processuali e dinamiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.