La bellezza del paesaggio italiano, narrata fin dai primi viaggiatori del Grand Tour, è strettamente legata a una moltitudine di pratiche agricole che gli abitanti di ogni luogo hanno adattato alle caratteristiche orografiche, climatiche e geologiche del proprio territorio, modellando nel corso dei secoli il supporto naturale in un mosaico straordinariamente diversificato in termini di forme, suoni, sapori, profumi e colori. Queste agricolture tradizionali, oltre ad aver garantito il sostentamento e lo sviluppo delle civiltà che si sono succedute nella penisola, hanno rappresentato l’unica vera forma di tutela del paesaggio agrario fino alla metà del Novecento, quando la “scomparsa delle lucciole” pasoliniana determinò una drastica trasformazione dei sistemi di produzione agricola: con l’avvicinarsi degli anni Sessanta, infatti, all’agricoltura di tipo tradizionale venne preferita una pratica agro-industriale più redditizia, basata su processi di intensificazione produttiva su larga scala, sulla semplificazione genetica, agronomica ed ecosistemica. Tale processo ha provocato una rapida trasformazione del paesaggio rurale italiano e l’abbandono delle terre marginali, difficilmente meccanizzabili e raggiungibili. Questo contributo tratta le conseguenze culturali e fisiche di tale abbandono, prendendo ad esame un paesaggio rurale tradizionale straordinario, già inserito nella WHL Unesco, quello della Costiera Amalfitana.

DE PASQUALE, G. (2019). Uso del suolo e variazioni sul paesaggio. Un’analisi diacronica sulla Costiera Amalfitana. In P.R. Lorenzo Pignatti (a cura di), IFAU '18 - Territori fragili / Fragile territories. Paesaggi_Città_Architetture / Landscapes_Cities_Architecture 2nd international forum on architecture and urbanism. Roma : gangemi.

Uso del suolo e variazioni sul paesaggio. Un’analisi diacronica sulla Costiera Amalfitana

Giorgia De Pasquale
2019-01-01

Abstract

La bellezza del paesaggio italiano, narrata fin dai primi viaggiatori del Grand Tour, è strettamente legata a una moltitudine di pratiche agricole che gli abitanti di ogni luogo hanno adattato alle caratteristiche orografiche, climatiche e geologiche del proprio territorio, modellando nel corso dei secoli il supporto naturale in un mosaico straordinariamente diversificato in termini di forme, suoni, sapori, profumi e colori. Queste agricolture tradizionali, oltre ad aver garantito il sostentamento e lo sviluppo delle civiltà che si sono succedute nella penisola, hanno rappresentato l’unica vera forma di tutela del paesaggio agrario fino alla metà del Novecento, quando la “scomparsa delle lucciole” pasoliniana determinò una drastica trasformazione dei sistemi di produzione agricola: con l’avvicinarsi degli anni Sessanta, infatti, all’agricoltura di tipo tradizionale venne preferita una pratica agro-industriale più redditizia, basata su processi di intensificazione produttiva su larga scala, sulla semplificazione genetica, agronomica ed ecosistemica. Tale processo ha provocato una rapida trasformazione del paesaggio rurale italiano e l’abbandono delle terre marginali, difficilmente meccanizzabili e raggiungibili. Questo contributo tratta le conseguenze culturali e fisiche di tale abbandono, prendendo ad esame un paesaggio rurale tradizionale straordinario, già inserito nella WHL Unesco, quello della Costiera Amalfitana.
2019
9788849236675
DE PASQUALE, G. (2019). Uso del suolo e variazioni sul paesaggio. Un’analisi diacronica sulla Costiera Amalfitana. In P.R. Lorenzo Pignatti (a cura di), IFAU '18 - Territori fragili / Fragile territories. Paesaggi_Città_Architetture / Landscapes_Cities_Architecture 2nd international forum on architecture and urbanism. Roma : gangemi.
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