Il presente contributo intende offrire un’analisi delle strategie di divulgazione della controversa dottrina del padre spirituale domenicano Battista Carioni da Crema (1460 ca - 1534), insieme con una breve riflessione sul pensiero del frate e sulle critiche che circondarono il suo operato e le sue attività. La questione risulta di primaria importanza poiché le opere e il progetto di riforma delle coscienze di Battista, condannati a più riprese durante il XVI secolo, ebbero una profonda influenza su non pochi religiosi della sua epoca e delle epoche successive. A riprova di ciò, alcuni tra i suoi seguaci, in tempi differenti, furono condannati dall’Inquisizione o elevati dalla chiesa di Roma alla gloria degli altari. Questo articolo intende fare luce su questa profonda dicotomia, e a maggior ragione sui suoi esiti, illustrando il processo attraverso cui le caratteristiche del pensiero del frate domenicano finirono per diventare il simbolo di alcuni aspetti della spiritualità e della religiosità post tridentina. Un percorso impervio, come lo era la dottrina di Battista, «stretta» e rigorosa, che finì per superare in maniera sotterranea le critiche e le resistenze di alcuni importanti esponenti dell'ortodossia cattolica degli anni venti e trenta del Cinquecento, primi tra tutti il riformatore camaldolese Paolo Giustiniani e il paladino della repressione inquisitoriale Gian Pietro Carafa. Nonostante la loro opposizione e quella delle gerarchie ecclesiastiche, il pensiero di Battista era destinato a sopravvivere e a riemergere in forme e modalità differenti. Tralasciando l’esperienza dei primi chierici di san Paolo, che è stata già ampiamente trattata, il presente contributo si sofferma sull’esperienza teatina, illustrando il filo rosso che, con buona pace di Carafa, legò il pensiero di Battista da Crema a Gaetano Thiene, Giovanni Marinoni, Andrea Avellino e ai chierici delle generazioni successive, fino a diventare, condensato ed emendato nel celebre Combattimento spirituale di Lorenzo Scupoli, il manifesto ufficiale della spiritualità dell’ordine.

Vanni, A. (2019). Tra confraternite, comunità religiose e percorsi di istituzionalizzazione. Modalità e strategie di riforma e proselitismo in Battista da Crema. In Susanna Peyronel (a cura di), Verso la Riforma. Criticare la Chiesa, riformare la Chiesa (pp. 419-440). Torino : Claudiana.

Tra confraternite, comunità religiose e percorsi di istituzionalizzazione. Modalità e strategie di riforma e proselitismo in Battista da Crema

Andrea Vanni
2019-01-01

Abstract

Il presente contributo intende offrire un’analisi delle strategie di divulgazione della controversa dottrina del padre spirituale domenicano Battista Carioni da Crema (1460 ca - 1534), insieme con una breve riflessione sul pensiero del frate e sulle critiche che circondarono il suo operato e le sue attività. La questione risulta di primaria importanza poiché le opere e il progetto di riforma delle coscienze di Battista, condannati a più riprese durante il XVI secolo, ebbero una profonda influenza su non pochi religiosi della sua epoca e delle epoche successive. A riprova di ciò, alcuni tra i suoi seguaci, in tempi differenti, furono condannati dall’Inquisizione o elevati dalla chiesa di Roma alla gloria degli altari. Questo articolo intende fare luce su questa profonda dicotomia, e a maggior ragione sui suoi esiti, illustrando il processo attraverso cui le caratteristiche del pensiero del frate domenicano finirono per diventare il simbolo di alcuni aspetti della spiritualità e della religiosità post tridentina. Un percorso impervio, come lo era la dottrina di Battista, «stretta» e rigorosa, che finì per superare in maniera sotterranea le critiche e le resistenze di alcuni importanti esponenti dell'ortodossia cattolica degli anni venti e trenta del Cinquecento, primi tra tutti il riformatore camaldolese Paolo Giustiniani e il paladino della repressione inquisitoriale Gian Pietro Carafa. Nonostante la loro opposizione e quella delle gerarchie ecclesiastiche, il pensiero di Battista era destinato a sopravvivere e a riemergere in forme e modalità differenti. Tralasciando l’esperienza dei primi chierici di san Paolo, che è stata già ampiamente trattata, il presente contributo si sofferma sull’esperienza teatina, illustrando il filo rosso che, con buona pace di Carafa, legò il pensiero di Battista da Crema a Gaetano Thiene, Giovanni Marinoni, Andrea Avellino e ai chierici delle generazioni successive, fino a diventare, condensato ed emendato nel celebre Combattimento spirituale di Lorenzo Scupoli, il manifesto ufficiale della spiritualità dell’ordine.
2019
978-88-6898-203-4
Vanni, A. (2019). Tra confraternite, comunità religiose e percorsi di istituzionalizzazione. Modalità e strategie di riforma e proselitismo in Battista da Crema. In Susanna Peyronel (a cura di), Verso la Riforma. Criticare la Chiesa, riformare la Chiesa (pp. 419-440). Torino : Claudiana.
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