La sala del Mappamondo costituisce, insieme alle altre sale del piano nobile di Palazzo Venezia, il primo esempio di quadraturismo rinascimentale in area romana. L’attribuzione dell’opera ad Andrea Mantegna colloca la sua esecuzione tra il 1488 e il 1490, anni in cui il pittore, chiamato da Innocenzo VIII, è impegnato ad affrescare la cappella di San Giovanni Battista nel Palazzo del Belvedere in Vaticano, oggi andata perduta. Le pareti della sala sono scandite da colonne monumentali che trovano una sicura ispirazione nelle opere della Roma imperiale come il Pantheon e l’ordine del Tempio di Marte Ultore ai Fori.
De Carlo, L., Kantas, P., Mancini, M.F., Santopuoli, N. (2015). La Sala del Mappamondo a Palazzo Venezia. Una quadratura romana tra quattrocento e novecento. In M.L. Maria Teresa Bartoli (a cura di), Le teorie, le tecniche, i repertori figurativi nella prospettiva d’architettura tra il ’400 e il ’700. Dall’acquisizione alla lettura del dato. (pp. 77-86). Firenze - ITA : Firenze University Press.
La Sala del Mappamondo a Palazzo Venezia. Una quadratura romana tra quattrocento e novecento
Matteo Flavio Mancini;
2015-01-01
Abstract
La sala del Mappamondo costituisce, insieme alle altre sale del piano nobile di Palazzo Venezia, il primo esempio di quadraturismo rinascimentale in area romana. L’attribuzione dell’opera ad Andrea Mantegna colloca la sua esecuzione tra il 1488 e il 1490, anni in cui il pittore, chiamato da Innocenzo VIII, è impegnato ad affrescare la cappella di San Giovanni Battista nel Palazzo del Belvedere in Vaticano, oggi andata perduta. Le pareti della sala sono scandite da colonne monumentali che trovano una sicura ispirazione nelle opere della Roma imperiale come il Pantheon e l’ordine del Tempio di Marte Ultore ai Fori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.