In tutto il corso del XX secolo, le traduzioni di Baudelaire hanno prediletto il verso liberol. Da qui una serie di risultati dal taglio più o meno prosastico, su su fino all’esperimento di Giorgio Caproni, che giunse addirittura a rinunciare al verso. Solo pochi tentarono il ritorno al metro: Luigi De Nardis, in parte Antonio Prete, e soprattutto Gesualdo Bufalino, autore di un vero e proprio tour de force. Ebbene, in certo senso, Francesco Muzzioli si pone appunto nel solco di questo filone minoritario.
Magrelli, V. (2016). Sull’importanza di tradurre in rima, prefazione a Charles Baudelaire, "Disarmonie Diaboliche. Da «I fiori del Male» e «Lo spleen di Parigi»", scelta e traduzione di Francesco Muzzioli, Lithos, Roma, 2016, pp. 9-15, 3, 9-15.
Sull’importanza di tradurre in rima, prefazione a Charles Baudelaire, "Disarmonie Diaboliche. Da «I fiori del Male» e «Lo spleen di Parigi»", scelta e traduzione di Francesco Muzzioli, Lithos, Roma, 2016, pp. 9-15
Magrelli Valerio
2016-01-01
Abstract
In tutto il corso del XX secolo, le traduzioni di Baudelaire hanno prediletto il verso liberol. Da qui una serie di risultati dal taglio più o meno prosastico, su su fino all’esperimento di Giorgio Caproni, che giunse addirittura a rinunciare al verso. Solo pochi tentarono il ritorno al metro: Luigi De Nardis, in parte Antonio Prete, e soprattutto Gesualdo Bufalino, autore di un vero e proprio tour de force. Ebbene, in certo senso, Francesco Muzzioli si pone appunto nel solco di questo filone minoritario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.