Il principio di determinatezza è forse l’articolazione della legalità penale che più a fatica riesce a ritagliarsi autonomi spazi sistematici e applicativi. Proprio per questa ragione si rende necessario chiarire i contorni della determinatezza, soprattutto allo scopo di meglio definire i suoi rapporti con principi che, come quelli di colpevolezza e di offensività, finiscono in certi casi per “fagocitare sistematicamente” questioni riconducibili entro la cornice della legalità. Muovendo dalle indicazioni offerte dalla giurisprudenza costituzionale, si è tentato di mettere a fuoco le diverse anime che contribuiscono a comporre il poliedrico concetto di determinatezza e che, come suggeriscono i più convincenti approdi in materia di teoria dell’interpretazione, comprendono anche il versante della determinabilità della norma penale. Il percorso ricostruttivo si è trovato pressoché inevitabilmente a intersecare i sentieri tracciati dalla c.d. legalità europea, sebbene l’impressione complessiva sia quella per cui dalla stessa derivino non tanto radicali rivoluzioni sistematiche, ma, piuttosto, significative conferme rispetto a principi già chiaramente individuabili a livello nazionale. Il filo conduttore dell’intera indagine è costituito dalla calcolabilità giuridica, intesa in un’accezione eminentemente oggettiva o, meglio, affrancata da quella marca soggettiva che contraddistingue il contiguo concetto di prevedibilità. Il miraggio del diritto calcolabile, del resto, torna ad affollare l’immaginario dei giuristi in ragione delle sempre più concrete prospettive delineate dall’intelligenza artificiale. Pur a fronte di una crisi perenne e strutturale, che mette in discussione i più tradizionali pilastri dell’edificio illuministico, l’ideale di certezza, opportunamente rivisitato e corretto, continua a rappresentare un’aspirazione irrinunciabile del diritto penale.
Massaro, A. (2020). Determinatezza della norma penale e calcolabilità giuridica. Editoriale Scientifica.
Determinatezza della norma penale e calcolabilità giuridica
antonella massaro
2020-01-01
Abstract
Il principio di determinatezza è forse l’articolazione della legalità penale che più a fatica riesce a ritagliarsi autonomi spazi sistematici e applicativi. Proprio per questa ragione si rende necessario chiarire i contorni della determinatezza, soprattutto allo scopo di meglio definire i suoi rapporti con principi che, come quelli di colpevolezza e di offensività, finiscono in certi casi per “fagocitare sistematicamente” questioni riconducibili entro la cornice della legalità. Muovendo dalle indicazioni offerte dalla giurisprudenza costituzionale, si è tentato di mettere a fuoco le diverse anime che contribuiscono a comporre il poliedrico concetto di determinatezza e che, come suggeriscono i più convincenti approdi in materia di teoria dell’interpretazione, comprendono anche il versante della determinabilità della norma penale. Il percorso ricostruttivo si è trovato pressoché inevitabilmente a intersecare i sentieri tracciati dalla c.d. legalità europea, sebbene l’impressione complessiva sia quella per cui dalla stessa derivino non tanto radicali rivoluzioni sistematiche, ma, piuttosto, significative conferme rispetto a principi già chiaramente individuabili a livello nazionale. Il filo conduttore dell’intera indagine è costituito dalla calcolabilità giuridica, intesa in un’accezione eminentemente oggettiva o, meglio, affrancata da quella marca soggettiva che contraddistingue il contiguo concetto di prevedibilità. Il miraggio del diritto calcolabile, del resto, torna ad affollare l’immaginario dei giuristi in ragione delle sempre più concrete prospettive delineate dall’intelligenza artificiale. Pur a fronte di una crisi perenne e strutturale, che mette in discussione i più tradizionali pilastri dell’edificio illuministico, l’ideale di certezza, opportunamente rivisitato e corretto, continua a rappresentare un’aspirazione irrinunciabile del diritto penale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.