A considerare il ricco materiale contenuto nel libro scritto da Giovanni de’ Dazi, si è presto affacciata l’idea di pubblicarne una scelta rappresentativa di testi. I pezzi qui raccolti – componimenti biblici, poemetti agiografici, leggende in prosa, miracoli e testi regolativi – sono dotati di una tradizione più o meno importante, che si estende lungo un arco cronologico di qualche decennio, sino ad arrivare in alcuni casi a più di due secoli. Ovviamente l’editore deve presentare i testi nella forma che hanno assunto nel codice Dazi. Ma per comprendere appieno le redazioni daziane e per misurare la profondità storica di questi modesti componimenti era indispensabile ricostruire, nella misura del possibile, la tradizione di ogni singolo testo. Il secondo volume vuole rendere conto quindi, nelle Introduzioni anteposte ai testi editi e negli apparati che li accompagnano, di 14 diacronie, notevolmente diverse fra loro, che tutte approdano a quel momento sincronico che è rappresentato dall’operare del copista milanese intorno al 1490. È nostra convinzione che l’edizione di testi come quelli del codice Dazi debba procedere di pari passo con la loro analisi linguistica: proponendo questo nuovo materiale ci è sembrato indispensabile abbozzare almeno alcuni dei possibili percorsi di ricerca atti a far parlare testi appartenenti a una cultura, e in particolare a una cultura linguistica, che ci è molto lontana, più lontana probabilmente dei coevi prodotti più colti".
De Roberto, E. (2020). La scrittura privata a Milano alla fine del Quattrocento. Testi del manoscritto miscellaneo di Giovanni de' Dazi (Triv 92) - volume I: Studi. Heidelberg : Winter.
La scrittura privata a Milano alla fine del Quattrocento. Testi del manoscritto miscellaneo di Giovanni de' Dazi (Triv 92) - volume I: Studi
De Roberto, Elisa
2020-01-01
Abstract
A considerare il ricco materiale contenuto nel libro scritto da Giovanni de’ Dazi, si è presto affacciata l’idea di pubblicarne una scelta rappresentativa di testi. I pezzi qui raccolti – componimenti biblici, poemetti agiografici, leggende in prosa, miracoli e testi regolativi – sono dotati di una tradizione più o meno importante, che si estende lungo un arco cronologico di qualche decennio, sino ad arrivare in alcuni casi a più di due secoli. Ovviamente l’editore deve presentare i testi nella forma che hanno assunto nel codice Dazi. Ma per comprendere appieno le redazioni daziane e per misurare la profondità storica di questi modesti componimenti era indispensabile ricostruire, nella misura del possibile, la tradizione di ogni singolo testo. Il secondo volume vuole rendere conto quindi, nelle Introduzioni anteposte ai testi editi e negli apparati che li accompagnano, di 14 diacronie, notevolmente diverse fra loro, che tutte approdano a quel momento sincronico che è rappresentato dall’operare del copista milanese intorno al 1490. È nostra convinzione che l’edizione di testi come quelli del codice Dazi debba procedere di pari passo con la loro analisi linguistica: proponendo questo nuovo materiale ci è sembrato indispensabile abbozzare almeno alcuni dei possibili percorsi di ricerca atti a far parlare testi appartenenti a una cultura, e in particolare a una cultura linguistica, che ci è molto lontana, più lontana probabilmente dei coevi prodotti più colti".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.