In una società sempre più complessa e globalizzata, caratterizzata dallo sviluppo di un’economia fondata sulla flessibilità e dalla crescente importanza del ruolo della conoscenza nei nuovi paradigmi competitivi, la centralità della persona, lo sviluppo di percorsi formativi più rispondenti alla sfida dei tempi, una più dinamica politica di orientamento permanente e uno stretto rapporto tra mondo del lavoro e sistema scolastico e universitario rappresentano i principali fattori strategici finalizzati a perseguire un adeguato livello di sviluppo economico, sociale e civile e un maggior grado di equità e di inclusione sociale (Cocozza, 2016). In questa prospettiva, se osserviamo i dati della disoccupazione giovanile e quelli della dispersione scolastica e li confrontiamo con quelli del Modello tedesco, ci si rende conto che siamo in presenza di un’emergenza educativa, che dovrebbe indurre la necessità di avviare una revisione critica dei sistemi educativi, a livello nazionale, così come a Roma e nel Lazio. In realtà, per enfatizzare il ruolo dell’emergenza educativa è sufficiente richiamare gli obiettivi indicati nella strategia Europa 2020 o quelli dell’Agenda Onu 2030, nell’ambito dei quali la riforma dei sistemi scolastici e le attività di orientamento e di Alternanza Scuola-Lavoro assumono un ruolo strategico indispensabile per migliorare i risultati scolastici, combattere le crescenti disuguaglianze e sostenere uno sviluppo che valorizzi le competenze e le aspirazioni dei giovani. In questo scenario, il tema dell’orientamento sta diventando sempre più strategico nelle politiche educative, infatti nelle “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente” del 2014 - si riconosce la centralità del sistema scolastico nella sua interezza, quale “luogo insostituibile nel quale il giovane deve acquisire e potenziare le competenze di base e trasversali per l’orientamento, necessarie a sviluppare la propria identità, autonomia, decisione e progettualità”. Gli assunti di base da cui partono le linee guida mettono al centro tre importanti elementi: il cambiamento del lavoro e dell’economia; il cambiamento dell’orientamento in risposta alle attuali esigenze della persona, della famiglia e della società; il conseguente cambiamento del modo di “orientare” da parte degli insegnanti. In altri termini, nel processo di insegnamento/apprendimento non si tratta più di fornire nozioni e sapere trasmissivo, ma piuttosto di costruire sapere condiviso e offrire strumenti critici ai giovani, in modo tale che siano capaci di elaborare un proprio progetto di vita consapevole e responsabile. Per questa ragione, l’orientamento tradizionale non rappresenta più lo strumento idoneo a gestire la transizione “sempre più critica” tra scuola, formazione e lavoro, ma deve essere integrato dall’acquisizione di esperienze lavorative mirate, inserite nel piano curriculare, in una logica di effettiva personalizzazione del percorso formativo.
Cocozza, A. (2019). Orientamento permanente e Alternanza Scuola-Lavoro: una nuova sfida per il sistema educativo e formativo italiano. In N.L. Soresi S. (a cura di), Il contributo dell'orientamento e del counselling all'agenda 2030 (pp. 65-82). Padova : Cleup.
Orientamento permanente e Alternanza Scuola-Lavoro: una nuova sfida per il sistema educativo e formativo italiano
Cocozza A.
2019-01-01
Abstract
In una società sempre più complessa e globalizzata, caratterizzata dallo sviluppo di un’economia fondata sulla flessibilità e dalla crescente importanza del ruolo della conoscenza nei nuovi paradigmi competitivi, la centralità della persona, lo sviluppo di percorsi formativi più rispondenti alla sfida dei tempi, una più dinamica politica di orientamento permanente e uno stretto rapporto tra mondo del lavoro e sistema scolastico e universitario rappresentano i principali fattori strategici finalizzati a perseguire un adeguato livello di sviluppo economico, sociale e civile e un maggior grado di equità e di inclusione sociale (Cocozza, 2016). In questa prospettiva, se osserviamo i dati della disoccupazione giovanile e quelli della dispersione scolastica e li confrontiamo con quelli del Modello tedesco, ci si rende conto che siamo in presenza di un’emergenza educativa, che dovrebbe indurre la necessità di avviare una revisione critica dei sistemi educativi, a livello nazionale, così come a Roma e nel Lazio. In realtà, per enfatizzare il ruolo dell’emergenza educativa è sufficiente richiamare gli obiettivi indicati nella strategia Europa 2020 o quelli dell’Agenda Onu 2030, nell’ambito dei quali la riforma dei sistemi scolastici e le attività di orientamento e di Alternanza Scuola-Lavoro assumono un ruolo strategico indispensabile per migliorare i risultati scolastici, combattere le crescenti disuguaglianze e sostenere uno sviluppo che valorizzi le competenze e le aspirazioni dei giovani. In questo scenario, il tema dell’orientamento sta diventando sempre più strategico nelle politiche educative, infatti nelle “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente” del 2014 - si riconosce la centralità del sistema scolastico nella sua interezza, quale “luogo insostituibile nel quale il giovane deve acquisire e potenziare le competenze di base e trasversali per l’orientamento, necessarie a sviluppare la propria identità, autonomia, decisione e progettualità”. Gli assunti di base da cui partono le linee guida mettono al centro tre importanti elementi: il cambiamento del lavoro e dell’economia; il cambiamento dell’orientamento in risposta alle attuali esigenze della persona, della famiglia e della società; il conseguente cambiamento del modo di “orientare” da parte degli insegnanti. In altri termini, nel processo di insegnamento/apprendimento non si tratta più di fornire nozioni e sapere trasmissivo, ma piuttosto di costruire sapere condiviso e offrire strumenti critici ai giovani, in modo tale che siano capaci di elaborare un proprio progetto di vita consapevole e responsabile. Per questa ragione, l’orientamento tradizionale non rappresenta più lo strumento idoneo a gestire la transizione “sempre più critica” tra scuola, formazione e lavoro, ma deve essere integrato dall’acquisizione di esperienze lavorative mirate, inserite nel piano curriculare, in una logica di effettiva personalizzazione del percorso formativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.