Esposto, dapprima, ai processi di crisi e di abbandono che hanno segnato le città degli anni ‘80, prodotto ed etichettato come luogo emblematico dell’insicurezza e del degrado della inner city, l’Esquilino diviene “laboratorio multiculturale” e rappresentato come luogo privilegiato in cui le diversità, le differenze e le alterità - nozioni declinate tutte in chiave prevalentemente culturalista - danno luogo a forme di vita sociale caratterizzate dall’ibridazione e dal meticciamento. In questi termini l’Esquilino rappresenta una sfida, divenuta paradigmatica, su scala cittadina e nazionale, tutta inscritta nell’ordine politico dominante in questi decenni, in Italia, in Europa e, più in generale, nei paesi a capitalismo avanzato. Una contrapposizione tra chiusura identitaria e reindigenizzazione dei luoghi e prefigurazione di modelli di inclusione delle diversità. Una sfida che, ovviamente, non concerne solo il tema della composizione umana dei panorami sociali delle città globali, ma che allude alla configurazione delle relazioni sociali e del sistema di accesso alle risorse materiali e simboliche delle società che continuano a rappresentarsi come aperte, inclusive e democratiche.
Carbone, V. (2020). Esquilino, Esquilini. Un luogo Plurale Prima sezione: Territorializzazioni esquiline. roma : romatrepress [10.13134/979-12-80060-77-8/3].
Esquilino, Esquilini. Un luogo Plurale Prima sezione: Territorializzazioni esquiline
Vincenzo, Carbone
2020-01-01
Abstract
Esposto, dapprima, ai processi di crisi e di abbandono che hanno segnato le città degli anni ‘80, prodotto ed etichettato come luogo emblematico dell’insicurezza e del degrado della inner city, l’Esquilino diviene “laboratorio multiculturale” e rappresentato come luogo privilegiato in cui le diversità, le differenze e le alterità - nozioni declinate tutte in chiave prevalentemente culturalista - danno luogo a forme di vita sociale caratterizzate dall’ibridazione e dal meticciamento. In questi termini l’Esquilino rappresenta una sfida, divenuta paradigmatica, su scala cittadina e nazionale, tutta inscritta nell’ordine politico dominante in questi decenni, in Italia, in Europa e, più in generale, nei paesi a capitalismo avanzato. Una contrapposizione tra chiusura identitaria e reindigenizzazione dei luoghi e prefigurazione di modelli di inclusione delle diversità. Una sfida che, ovviamente, non concerne solo il tema della composizione umana dei panorami sociali delle città globali, ma che allude alla configurazione delle relazioni sociali e del sistema di accesso alle risorse materiali e simboliche delle società che continuano a rappresentarsi come aperte, inclusive e democratiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.